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« Il molosso di Tiziano Fratus rappresenta un momento importante nella nuova poesia italiana, un momento di svolta e insieme di ritorno » (Roberto Mussapi, dalla postfazione al volume) « Monologhi, intarsi vocali, poemi teatrali, poesie e oralità. In versi lunghi e lunghissimi si muovono i "canti" con cui Tiziano Fratus […] poundianamente sottotitola il ciclo poetico composto tra il 2000 ed il 2005, Il molosso. […] Naturalmente oralità e voce non sono la stessa cosa. L'oralità veicola il linguaggio, mentre la voce è prima suono che articolazione linguistica: incarna una "potenza esistenziale", una volontà corporea di esistere, farsi presenza prima ancora che la parola venga sillabata e prenda nome […] Onnivora e potenzialmente infinita, la poesia di Tiziano Fratus emoziona per la sua capacità di incorporare i più diversi frammenti di vita nell'aperta cangiante plurima ossessione di un dire fluviale » (Giovanni Tesio, TuttoLibri di sabato 25 giugno 2005) « Il mondo può essere vivisezionato. Questo testimonia il molosso, volume che raccoglie le opere in versi del trentenne Tiziano Fratus. Vedono bene i poeti tutelari che accompagnano con i loro commenti il volume, da Roberto Mussapi che sicuramente avrà scovato nelle poesie di questo giovane lombardo d’adozione torinese un prosecutore della sua grammatica, a Giuseppe Conte che scrive di “poesia teatrale, pasoliniana di gente, allucinata, eticamente risentita”, da Mariangela Gualtieri al drammaturgo napoletano Enzo Moscato che rileva – da buon teatrante – i segni della battaglia che quotidianamente l’autore imbastisce e riproduce su carta […] La sua scrittura polmonare si evolve, si contrae e muta forma da un poema al successivo, cercando di strutturarsi per scovare maggiore compattezza. Non c’è un tema principale, acutamente il critico portoghese José Mario Silva ha parlato di “una scrittura onnivora, determinata a ingoiare il mondo intero” (Torinomagazine n°69, 2005)
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