I miti di Cthulhu

Altro colpo basso della Mondadori che dedica a questo scrittore particolare un’edizione paurosa. Molto azzeccata visto i racconti che qui sono proposti. Alcune pagine sono impreziosite da illustrazioni a matita. Davvero un volume di pregio, che accanto agli altri della stessa collana fa davvero la sua figura. Lo consiglio a chi è appassionato di Lovecraft.

Straordinaria la prima sezione di questo enorme tomo dalla carta scadente e di difficoltosa lettura, i grandi maestri del genere presenti al meglio della loro espressione artistica, stile e contenuto ai massimi livelli (che mai più verranno eguagliati in questa letteratura di genere). La qualità complessiva inizia a inabissarsi nella seconda sezione, tranne i racconti di Lovecraft e LA PIETRA NERA di Howard, si evince un impoverimento linguistico, semantico e immaginativo degli epigoni del maestro di Providence, questo si nota maggiormente nell'ultima parte dell'antologia, dove davvero regna il vuoto letterario di forma esteriore e di idee. Salverei invece un ottimo racconto di un autore italiano, Storia dell'alchimista F. Borri, davvero ben fatto per stile e atmosfera. Infine segnalo la solita silloge bibliografica a tema, un meraviglioso copia e incolla direttamente dal catalogo Vegetti, specificato il concetto dall'autore tramite brevissima noticina finale a caratteri tipografici minuscoli...e ti pagano pure, mah...misteri dell'editoria. nostrana.

Che dire di questa meravigliosa raccolta? che dire, dell'imane opera di H.P. Lovecraft? e' difficile spiegare con le parole l'immane, esclusiva e perentoria forza di questi racconti. Mi limito a dire che, come correttamente affermato dal curatore/esperto Lippi, l'orrore contenuto nei racconti di Lovecraft è sempre al di qua della realtà, mai al di là. Il punto è proprio quello: un prrore che rimane 'al di qua'. Aggiungo che recentemente ho letto 'via delle botteghe oscure' del premio Nobel francese Modiano. Mi sono venute in mente curiose assonanze tra i due, come se Modiano e Lovecraft, complessivamente, lavorassero su campi attigui. O che il loro lavoro derivasse da un unico, ravvicinato punto di partenza. Se accettate - e nella misura in cui lo accettate - quello che può essere ritenuto un paradosso, vi dico che Lovecraft è tutt'altra cosa.