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Il mio pianoforte azzurro - Else Lasker Schüler - copertina

Descrizione


La prima edizione di "Mein blaues Klavier" apparve a Gerusalemme nell'estate del 1943. Else Lasker-Schüler riunì testi scelti in massima parte fra le liriche scritte durante l'esilio in Svizzera e in Palestina e li presentò in questo suo ultimo libro a stampa, quasi "dono" di parole sospese al "filo della vita" nell'atto del congedo e insieme gesto non esaurito di libertà. Attraverso la chiave di volta dell'azzurra "tastiera spezzata", filtrano nella lingua della poesia armonie non perdute, timbri "sulamitici" e appassionati, tessiture liriche perfette, allusive di rispondenze esistenziali e religiose.
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Dettagli

2007
1 luglio 2007
112 p., Brossura
9788881769438

Voce della critica

In quell'inizio di Novecento che vide l'arte, in Germania, rivendicare per sé la verità della visione, Else Lasker-Schűler non esitò a schierarsi dalla parte del sogno, riconquistando alla poesia la sua vocazione utopica. Tutto ciò, con il rischio di essere fraintesa, intesa soltanto quale personaggio eccentrico, come pensava di lei Kafka, una di quelle apparizioni che, nella Berlino degli anni venti del Novecento, faceva una parte scontata nel variopinto teatro della vita artistica. A dissipare simili pregiudizi non bastò neppure la fortuna critica delle sue poesie e dei suoi romanzi, che soprattutto a partire dagli anni settanta suscitarono tanto interesse nelle discussioni sulla cosiddetta "scrittura femminile". Soprattutto i versi di Else Lasker-Schűler restano ancora da scoprire. Un aiuto viene ora dalla pubblicazione della sua ultima raccolta lirica, Il mio pianoforte azzurro, apparsa a Gerusalemme nel 1943. L'edizione, con testo tedesco a fronte e a cura di Fernanda Rosso Chioso, alla quale si deve anche l'ispirata traduzione italiana, comprende una delle più coraggiose proteste contro la Germania nazista, i versi azzurri e sconsolati della lirica che dà il titolo alla raccolta e che consente di comprendere perché Gottfried Benn riconobbe in Else Lasker-Schűler "la più grande poetessa che la Germania abbia mai avuto".
  Amelia Valtolina

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Conosci l'autore

(Wuppertal-Elberfeld 1869 - Gerusalemme 1945) scrittrice tedesca. Di famiglia ebraica, abbandonò la Germania nel 1933 e dopo alcuni anni di peregrinazioni si stabilì a Gerusalemme. È autrice di drammi, romanzi e novelle (fra cui la raccolta Il principe di Tebe, Der Prinz von Theben, 1914), ma soprattutto di liriche: Stige (Styx, 1902), Ballate ebraiche (Hebräische Balladen, 1913), Il mio pianoforte azzurro (Mein blaues Klavier, 1943). La sua opera è caratterizzata da una profonda nostalgia e da una religiosità che ha radici ebraiche. All’ansia della trasfigurazione mitica unì il gusto del grottesco, del fantastico e delle atmosfere esotiche. Fu tra i primi esponenti dell’espressionismo.

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