Il mio noviziato

[estratto dal Blog] [...] Colette, pseudonimo di Sidonie-Gabrielle Colette, ci racconta in prima persona i primi anni della sua vita a Parigi, che coincidono con quelli del suo matrimonio. Scrive il romanzo nel 1936 quando è già matura, affermata, il suo ex marito è deceduto da cinque anni e questa combinazione le permette di scrivere un’autobiografia “senza veli”, non risparmiando nulla della sua orribile convivenza con il famoso coniuge.[...] Il marito era Henri Gauthier-Villars, noto con lo pseudonimo di Willy, più anziano di lei di quattordici anni, scrittore, editore, pubblicitario, giornalista. Era a capo di un gruppo di giovani scrittori emergenti ai quali, secondo Colette, faceva scrivere opere che, dopo averle rimaneggiate, firmava al loro posto.[...]Per nostra fortuna introduce anche sua moglie nel “circolo degli schiavi”, se non l’avesse fatto, probabilmente lei non avrebbe mai scritto nulla.[...]Una formazione dura, ma che probabilmente, l’ha resa l’autrice di valore che oggi noi conosciamo. Un apprendistato decisamente rigido e rigoroso, se poi si tiene conto che il suo mentore era anche suo marito, per cui la povera Colette non aveva possibilità di avere momenti di tregua. Incalzata dalla continua impazienza del consorte ad esibire nuovi testi. [...]Ma l’inferno di quei tredici anni insieme non fu solo questo, sin da subito costantemente tradita da lui. [...]Sebbene il romanzo sia breve, non si tratta di un libro di facile lettura. In alcune pagine si trova un’alta concentrazione di nomi di personalità artistiche da Colette frequentate; la mia natura curiosa non mi ha permesso di sorvolare su questi, per cui ho dovuto rallentare la lettura per approfondire le mie informazioni, per me valore aggiunto all’apprezzamento del testo. Un’autobiografia intensa ed espressiva, un’enorme quantità di vicende concentrate in pochissime pagine, un romanzo da cui non si riesce a staccarsi fino a quando non si giunge alla fine. [...]

Colette ha vissuto una vita straordinaria forse più interessante dei suoi romanzi, Nel mio noviziato descrive i primi anni del suo matrimonio. Una lettura da non perdere per conoscere un personaggio davvero affascinante.

Colette con la sua penna acuta ci rende parte della sua vita di inizio Novecento nella Parigi degli artisti. Tra le tante figure che attraversano queste pagine spicca sicuramente quella di M. Willy, geniale e tirannico marito di Colette, autore di numerosi romanzi senza di fatto averne praticamente mai scritto una riga. Inoltre in questo libro l'autrice sembra anche sorridere di sé, della sua inesperienza di ragazza di campagna precipitata improvvisamente in una Parigi famelica e luminosa, così diversa dall' adorata provincia. Consigliato a chi vuole perdersi nelle affascinanti atmosfere del secolo scorso.