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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2022
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Fresco, semplice, tenero. Personaggi genuini e commoventi, un intreccio a tratti un po' banalotto, ma pieno di buone intenzioni. Non è il migliore della Murail, scrittrice che apprezzo per la sua freschezza con intenti educativi
un libro spettacolare! io adoro la Murai, è veramente una scrittrice da stimare e ammirare!
Bellissimo e pieno di vita!! Ho riso e pianto alla follia! Dovrebbe essere una lettura obbligatoria nelle scuole!
Recensioni
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Murail la si può amare o la si può odiare. Non è difficile capire perché, dato che il suo libro più famoso (Oh, boy!, in Italia edito sempre da Giunti, nel 2008) racconta la storia di due sorelle e un fratello abbandonati da un padre irresponsabile alle cure di una madre che si suicida con il detersivo ancor prima che la vicenda abbia inizio, lasciandoli a sua volta sballottati tra un fratellastro omosessuale e frivolissimo e una neanche-sorellastra inacidita e calcolatrice, fino a quando il maggiore dei tre orfani (nota bene, di quattordici anni appena) scopre di essere malato di leucemia. Ma molti critici evidentemente la amano, dato che è stata pluripremiata per Oh, boy! e che si avvia a esserlo anche con questo Mio fratello Simple (che tra gli altri premi ha ricevuto lo Jugendliteraturpreis alla Fiera di Francoforte 2008). Qui troviamo di nuovo in scena due fratelli orfani di madre e con padre assente (in questo caso per imminente nuovo matrimonio), e di nuovo il minore è il fratello "solido". E qui finiscono le analogie tra le trame; il maggiore, infatti, lungi dall'essere un gigolo amante di Lara Croft, è un ventiduenne ritardato mentale ("i-dio-ta", scandisce sempre lui per presentarsi) appassionato di Playmobil, mentre il fratello minore non è un genio bruttino, bensì un liceale affascinante di quasi diciotto anni, indeciso tra la disinvolta Béatrice e la generosa Zhara. La storia ha inizio quando Kléber decide di non lasciare suo fratello nel terribile istituto in cui il padre l'aveva rinchiuso e di portarlo invece con sé a Parigi, nella casa di studenti universitari in cui ha rocambolescamente trovato due stanze: e sarà proprio Simple "bambino di tre anni, tre e mezzo nei giorni buoni" che riuscirà a cambiare le vite di tutti i suoi nuovi coinquilini, facendoli crescere e maturare molto al di là delle loro aspettative. Prescindendo dal racconto degli amori e delle amicizie giovanili e dai dialoghi spesso molto divertenti, la figura di Simple conquista e innamora anche il lettore, che si trova a sorridere per le sue ingenuità e a rabbrividire per i suoi dolori ingiusti e terribili, a preoccuparsi della sorte del suo pestifero alter ego (il coniglio di peluche signor Migliotiglio) e a desiderare di incontrare un giorno qualcuno che lo sappia smascherare con la stessa soave e spietata sincerità.
Sara Marconi
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