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Anno edizione: 2000
Anno edizione: 2015
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Lene Gammelgaard, giornalista e scalatrice danese, narra la spedizione alla conquista dell'Everest della "Mountain Madness" di Scott Fischer nel terribile maggio 1996. L'11 maggio 1996 morirono 8 persone sull'Everest a seguito di un fortissimo peggioramento del tempo e per una serie di errori umani imperdonabili a certe altezze. Le spedizioni quel giorno presenti sulla cima erano due: - la "Mountain Madness" per la quale l'unico a morire fu la guida Scott Fischer - l'"Adventure Consultants" per la quale morirono la guida Rob Hall e altre 6 persone Il libro cult su questo evento disastroso è sicuramente "Aria sottile" di Jon Krakauer. "Il mio Everest" non raggiunge le eccellenze del reportage di Krakauer e le informazioni in esso contenuto non chiariscono bene i contorni della tragedia. Le due spedizioni erano piene di clienti non certo impeccabili dal punto di vista della preparazione; l'obiettivo era proprio quello...al costo di circa $50.000 si può conquistare la "Madre della Terra", la vetta più alta, il tetto del mondo. Una pagina del libro la trovo impagabile...quando la scalatrice parla del suo avvicinamento all'alpinismo, quando spiega che all'inizio da esterna sminuiva le conquiste e i pericoli della montagna. Poi col passare del tempo e delle scalate tutto è diventato chiaro... la montagna tratta tutti allo stesso modo... quello che conta sei tu... con le tue esperienze...con i tuoi allenamenti... la sopravvivenza e il successo dipendono solo da te. E allora il messaggio finale di Lene lo possiamo usare in moltissimi campi: "Colui che dubita non vuole... Colui che vuole non dubita"
Libro eccellente a parere mio. Da leggere.
Non certo il miglior libro sull'argomento, si lascia leggere ma non molto di più. Una visione della tragedia molto personale con ritmo un pò altalenante.
Recensioni
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