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Mi facevi sentire Dostoevskij. Manuale-memoir di un ufficio stampa
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Mi facevi sentire Dostoevskij. Manuale-memoir di un ufficio stampa - Valentina Fortichiari - copertina
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Mi facevi sentire Dostoevskij. Manuale-memoir di un ufficio stampa

Descrizione


Un libro che racconta dall'interno che cos'è e come funziona un ufficio stampa editoriale. Un vivo racconto di ricordi, incontri, momenti eccezionali di un mestiere unico. Una testimonianza imperdibile per chiunque voglia avvicinarsi al mondo dell'editoria.

A conti fatti, ripensando alla mia esperienza, posso dire che la carta vincente è stata l'umanità. La capacità di non dimenticare mai che in tutti i rapporti interpersonali, che sono molti e articolati, la chiave è stabilire un modo corretto, onesto, aperto di collaborazione. Si dovrebbe davvero riuscire a conoscere e "sentire" le varie personalità, per meglio interagire, ma anche con gesti, attenzioni, accortezze che fanno la differenza. Si deve essere capaci di atti umani con tutti, sempre

Oltre vent'anni alla guida dell'ufficio stampa di un grande gruppo editoriale sono un'avventura unica. Valentina Fortichiari l'ha vissuta fino in fondo e ha scelto di raccogliere in questo libro ricordi, incontri memorabili, aneddoti, ma anche riflessioni approfondite, esempi concreti e indicazioni pratiche su come funziona, o dovrebbe funzionare, un ufficio stampa e come si crea e si mantiene nel tempo un rapporto di fiducia e collaborazione con gli autori, da un lato, e con i giornalisti e tutti gli altri operatori della cultura, dall'altro. Nonostante le incessanti novità tecnologiche, in un lavoro simile, la chiave decisiva è ancora il tratto umano della persona, che trova la sua espressione ultima in tre momenti fondamentali: l'educazione, il carattere, lo stile. Ed ecco perché accanto ai capitoli «teorici» si affianca una galleria di grandi personaggi: editori, autori, uomini di cultura, da Mario Spagnol a Vikram Seth, da Jostein Gaarder a Dirk Bogarde (cui è dedicato un commosso ritratto) a Ildefonso Falcones (che firma anche un'affettuosa prefazione). Forte della sua esperienza, Valentina Fortichiari descrive e illumina ogni angolo di questo avamposto della comunicazione che, al centro della rete culturale di un Paese, ne segue l'evoluzione del costume, le mode, i dibattiti, si mantiene costantemente aggiornato sulle nuove idee e sui nuovi protagonisti, e tutto traduce con determinazione e pazienza in azione quotidiana. Con la prefazione di Ildefonso Falcones.
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Dettagli

TEA
2019
Tascabile
23 maggio 2019
288 p., Brossura
9788850252282
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Indice

Sommario

La Turca, prefazione di Ildefonso Falcones
Milano, via Salvini, 3

Prima parte
Umanità e gentilezza: carte vincenti di un ufficio stampa - Che cos'è l'ufficio stampa - Com'è un ufficio stampa - Educazione, carattere, stile - Gli uffici stampa hanno un papà - Per prima cosa al mattino si leggono i giornali - Per fortuna qualcuno ci aiuta - Abbiamo bisogno di una ricca e ampia rete di contatti - Non siamo mai battitori liberi, ma lavoriamo in squadra - Ecco la squadra - L'aggettivo «morbido» - L'ufficio stampa ha (dovrebbe avere) mille teste e mille braccia - Siamo capaci di gestire i calendari? - Le sfuriate dell'editore per una corretta, utile rassegna stampa - Il segreto sta nel coordinare, formare e delegare - Una mente alveare - Non mollare mai (il senso della regia) - La politica del portafoglio - Il dovere della puntualità

Seconda parte
Il libro - L'autore, nostro capitale - L'Attenzione - Imparare a «sentire» l'autore - Come si cuce l'abito su misura di un autore - «Mi facevi sentire Dostoevskij» - La magia di un ufficio stampa - Siamo capaci di tenere un profilo basso? - E qui entriamo nel vivo dell'operatività - Come ci si prepara a scegliere il mezzo più efficace per il lancio? - Il budino lo facciamo assaggiare? Ovvero, il tormentone delle anteprime - Come si scelgono i destinatari di un ufficio stampa? - Verificare sempre gli indirizzi, non sprecare le copie - E adesso parliamo di autori - Il primo approccio: stretta di mano, cuore e batticuore - Una presenza costante, una capacità di ascolto speciale - Il rito delle dediche - A tu per tu con il pubblico - La cerimonia degli incontri ufficiali - Come si scelgono comprimari e relatori? - Come si sceglie la location? - Il momento degli inviti - Il giorno dell'evento - E dopo? Tutti a cena a festeggiare - Lo spazio della gioia: premi, fiere, festival, presentazioni estive - Gli autori stranieri - Come prepariamo la visita in Italia? - Che cos'è e come si redige uno schedule? - «Slinding doors», ovvero l'accoglienza - Vegliare su ogni incontro

Terza parte
Media e giornali: avidità di occhi, di ascolto - Parlare chiaro e forte - L'etica della parola - Non barare mai con i giornalisti - Lo stile di una telefonata - E quando stroncano un nostro autore? - Capire un commento ufficiale e farne una bandiera - E per finire comunicati e conferenze stampa - Dieci comandamenti

Quarta parte
Lo spazio della memoria - Mario Spagnol, sette anni di formazione - Il fattore umano (ovvero i miei «lari») - Mens sana in corpore sano ovvero, coltivare le passioni, e... un po' di sport - Che cos'erano un tempo gli uffici stampa e i capicultura - Com'è cambiata l'editoria - Congedo: un nuovo Rinascimento?

Un ritratto. Dirk Bogarde

Ringraziamenti
Bibliografia
Indice dei nomi

Voce della critica

Nella prefazione che Ildefonso Falcones ha scritto per Valentina Fortichiari, autrice di Mi facevi sentire Dostoevskij. Manuale – memoir di un ufficio stampa (275 pagine, 15 euro), esaustivo manuale-memoir uscito per Tea (Gruppo Mauri Spagnol), lo scrittore definisce subito in apertura quello della promozione letteraria come «un mondo fatto di fretta, urgenze e imprevisti». È proprio in questo mondo vasto e multiforme, a cui appartengono tanto l’immaginazione e la progettualità quanto uno scrupolo meticoloso e  una ferrea organizzazione che Valentina Fortichiari, capo ufficio stampa di Longanesi per oltre vent’anni, decide di farci da guida, regalando a un pubblico di amanti del lavoro editoriale e aspiranti uffici stampa il resoconto ragionato della sua preziosa esperienza.

Il titolo, molto adatto a inquadrare la pubblicazione come un manuale atipico, più un insieme di episodi di vita vissuta che di regole asettiche, è una frase rivolta scherzosamente all’autrice da uno dei “suoi” scrittori: è però la riprova che il modus operandi a cui Valentina Fortichiari ha improntato tutta la sua carriera, ovvero attenersi al binomio “umanità e gentilezza”, si è rivelato vincente, con il risultato di trasmettere alla vera ricchezza di una casa editrice, l’autore, quella giusta combinazione di professionalità, cura, apprezzamento e attenzione.

Ma cos’è, davvero, un ufficio stampa? “È quella funzione del management che presiede ai rapporti di un’azienda con la stampa, cura la diffusione (capillare, omogenea e coerente) della sua immagine e della sua produzione e stabilisce, mantiene e sviluppa le relazioni con tutti i possibili centri di informazione. È l’avamposto della comunicazione.”

L’autrice, con eloquio a tratti affabulatorio a tratti severo ma sempre nitido, e facendo un uso intelligente di anticipazioni, interventi personali e anche vere e proprie definizioni, si muove con passo elegante, didascalico, nella sterminata materia che compone la sua professione, nell’ingranaggio di una casa editrice fotografata nelle sue situazioni di massimo dinamismo.

Ci accompagna attraverso le quattro parti che compongono il libro, articolate in utili capitoletti ciascuno dedicato a un aspetto preciso e circostanziato, dal generale al particolare, dal vasto al minuto, scendendo nel dettaglio delle mansioni e dei ruoli, delle metodologie e delle sfumature psicologiche, senza trascurare neppure una casistica specifica che illustri ad esempio “Come si scelgono i destinatari di un servizio stampa”, “Che cos’è e come si redige uno schedule”, come debba essere “Lo stile di una telefonata”, o come comportarsi con “Gli autori stranieri”, a cena a casa dell’editore o quando – capita anche questo – “stroncano un nostro autore”.

Il mestiere e il racconto personale

Si passa da una prima parte introduttiva delle caratteristiche che questa figura professionale ha e coltiva, compresa un’etica di collaborazione, versatilità e preparazione, a una seconda parte che entra nel vivo dell’organizzazione di un evento e si concentra sui due focus principali libro e autore, a una terza parte eminentemente dedicata alla stampa, ai rapporti con i giornalisti e all’aspetto più prettamente comunicativo del lavoro.

La quarta parte, molto personale e in un certo senso differente dalle altre, è una sorta di passo indietro, col racconto della formazione e dell’ingresso in editoria di Fortichiari, e di sguardo avanti, di interrogazione cioè sui grandi mutamenti che hanno portato l’editoria ad essere oggi così diversa da com’era quando nel ruolo di dirigenti di casa editrice si incontravano per esempio Italo Calvino ed Elio Vittorini.

Fortichiari ha vissuto da vicino un periodo in cui, fuori dai ritmi serrati della campagna di lancio di un libro, «c’era il tempo pacato di interminabili conversazioni, sia pure con l’urgenza di raggiungere prima del congedo una soluzione soddisfacente, un gentlemen’s agreement che non prescindeva mai dal fair play, dal rispetto dei compiti e doveri di ciascuno. Sarà poi vero che quel modo di lavorare disteso, conviviale, quei tempi umani, siano irrimediabilmente perduti?».

È importante raccogliere, oggi più che mai, le testimonianze dirette di chi si può dire abbia contribuito a rendere più definiti i contorni di una certa figura professionale, e di chi tuttora dedica tempo a formare giovani studenti nelle classi di master.

 

A chi è disposto ad ascoltare, questa voce molto rigorosa e per nulla incline all’approssimazione offrirà un notevole ampliamento di prospettiva in materia di editoria, perché, anche se la maggior parte delle cose che descrive hanno cambiato aspetto (i giornali di carta, gli indirizzari, gli inviti a mano, persino gli uffici, in tempi di collaboratori esterni e di smart working), la validità di concetti come il non essere mai battitori liberi ma lavorare in squadra, o l’importanza del “fattore umano”, delle abilità di “coordinare, formare e delegare”, o di avere “avidità di occhi, di ascolto”, intesa come attitudine all’imparare, disponibilità al crescere, restano inalterate.

Personalmente, voglio ricordare il garbo delle lezioni di Valentina Fortichiari e l’attenzione negli occhi delle studentesse di lettere, con grandi sciarpe e agende piene di appunti, nel freddo stimolante delle aule di Santa Sofia, Statale di Milano. L’acutezza e l’affabilità sono le stesse che oggi ritrovo leggendo il suo manuale-memoir.

Recensione di Teodora Dominici

 

 

 

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Conosci l'autore

Valentina Fortichiari

0, Milano

Vive e lavora a Milano, in campo editoriale.Ha praticato l'attività agonistica e successivamente è stata insegnante abilitata della Federazione Italiana Nuoto. Ha scritto anche un manuale sul nuoto: Nuotare tutti subito e bene (TEA 2007).Giornalista pubblicista, è autrice di varie monografie di carattere letterario. Ha curato in particolare l'opera di Guido Morselli e Cesare Zavattini. Tra i suoi libri si ricordano: Mi facevi sentire dostoevskij (Tea, 2019).

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