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Recensioni Mi chiamo Roberta ho quarant'anni guadagno duecentocinquanta euro al mese. Versione 2.0

Recensioni: 5/5
Questo è un testo d'inchiesta che indaga il "caso precariato": Nove usa la scrittura per mettere a nudo la realtà, in un canto sommesso e radicale sul sogno perduto di una generazione di adulti costretti a forza a rimanere bambini. La messinscena sceglie come nodo centrale il fatto che il precariato sia tutt'uno con le nostre esistenze e che si allarghi a macchia d'olio in territori considerati fino a poco fa zone franche, attraversando età e paesi e costringendo un'intera generazione all'impossibilità di progettare, di comprare una casa, di pensare a un figlio, a una famiglia. L'universalità delle storie dunque è il centro di questa ricerca letteraria e musicale che ha come protagonisti l'attrice, il musicista, il pubblico, persone vere che attraversano - e incarnano - il racconto. )
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