Metus

Metus è uno di quei libri che potresti leggere tutto d'un colpo, se gli impegni quotidiani lo permettessero. Fotografico, istantaneo, dinamico, fluido, il racconto si delinea agli occhi del lettore in precise scene dai contorni ben definiti, ma spoglie di dettagli precisi, che lasciano al lettore stesso libertà di immaginazione. Il ritmo del libro è scandito dalla tecnica narrativa, al presente e in prima persona, che non lascia spazio a digressioni, e dal susseguirsi di eventi, ora forti e incalzanti, ora più statici ma mai lenti. Il presente e la prima persona, caratterizzano fortemente il libro: al lettore non è dato conoscere alcun elemento del passato o del presente che non sia a conoscenza del protagonista e da lui raccontato. Il racconto, quindi, è in continuo divenire. L'iniziale confusione e al contempo la contrastante forte consapevolezza della natura assassina del proprio essere, incuriosiscono e spingono il lettore sempre più in là nella lettura, trovando ulteriori stimoli nella trama ben costruita, e sapientemente raccontata dall'autore. Particolarmente ben raccontate risultano le scene d'azione, che si caratterizzano per il ritmo incalzante, la scrittura scorrevole e le capacità descrittive dell'autore, che consentono al lettore di seguire gli eventi attentamente e con partecipazione.

Dal mio punto di vista, il romanzo gode di due punti di forza evidenti che fanno sì che l'opera vada divorata in un paio di giorni: il ritmo e il turbamento interiore del protagonista. Il primo è trascinante, mentre il secondo è intrigante, ed entrambi i fattori sembrano spingerti sempre più in là con la lettura. In sostanza, ill libro è ben scritto: l'autore ne ha fatta di strada rispetto alla prosa del primo romanzo! Aspetto il sequel!