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Un tratto di vita percorso da un ragazzo fra Spagna e Italia, Meseta è un romanzo che mette a nudo le debolezze e la forza di una generazione in continua corsa, abbracciata a un equilibrio precario. Una generazione di pensatori on the road, la cui unica direzione è data dalla scorrere del tempo, in cui la progettualità è limitata alla sopravvivenza e all’hic et nunc. E per questo Meseta ti travolge e ti trascina su una linea dritta che percorre le pagine e come una freccia ti traghetta attraverso fatti, luoghi, persone, lavori, amicizie, passioni brucianti e in fretta bruciate, lacrime e attimi di gioia sospesi. Con leggerezza e sguardo innamorato e al tempo stesso disincantato, il protagonista si sofferma a tratteggiare luoghi e persone in una mappa di ricordi, ma senza mai permettersi una vera sosta. La riflessione sembra restare nelle pagine bianche, fugge nei viaggi senza sosta, nei ritorni a casa, nel desiderio di conquista che si esaurisce in ogni letto, in ogni bar, lavoro, sguardo di donna. Si disperde nella Meseta, che il protagonista percorre e ripercorre come a volersi rifugiare in un non-tempo e in un non-spazio, con una nostalgia che emerge sempre più forte. La tendenza della nostra generazione a volersi stordire di fatti, luoghi, persone, per non darsi il tempo di pensare, progettare, fallire davvero; a vivere nella continua ricerca solo per il gusto di cercare e rifiutare qualsiasi punto fermo. Un punto fermo che però anche Salvatore abbraccerà con tutto se stesso, in un finale quasi brusco,come bruschi sono i risvegli della vita, un cerchio che si chiude accogliendo tutto quello che è stato e che sarà. Salvatore è l’amico che fa per te quello che avresti voluto fare, che percorre le strade che tu hai già percorso, abbandonato, o solo attraversato. E con lui altri personaggi, amici che non vuoi più lasciare, che resteranno a farti compagnia come eroi di un romanzo così vivido e reale proprio perché semplice, con i pregi, i difetti e le sbavature del nostro oggi. It's only rock'n'roll but I like it
Vittorio non ha ancora la malizia dello scrittore di professione e scrive da giovane innamorato, oltre che della vita, di questo potentissimo mezzo che è la scrittura, padroneggiata con notevole abilità, tale da rendere la lettura scorrevole e mai noiosa. Per di più, Vittorio dimostra di essere anche un lettore attento, che sa far tesoro degli autori assimilati e reinterpretati in un suo modo del tutto personale: in "Meseta" vi sono omaggi espliciti, come quello all'amato Arturo Perez-Reverte, ed altri che risultano da suggestioni e richiami, come potrebbero essere quello a Bukowski (come lo scrittore nato in Germania demistificò il sogno americano, così Vittorio, nel suo piccolo, erode un po' del mito della Madrid orfana della movida anni Ottanta) e al Kerouac di "Sulla strada" e dei "Sotterranei". Ma la Meseta, in quanto paesaggio anche interiore del protagonista, fa venire in mente anche il Sertao descritto da Guimaraes Rosa: si tratta di paesaggi dell'anima, più che di espressioni geografiche. E se il Sertao è quando meno te lo aspetti, anche la Meseta ti aggredisce nei momenti meno opportuni e sembra ritornare in eterno a ricordarti che, dovunque tu sia, lei è sempre là a circondarti con la sua solitudine.
Recensioni
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Un giovane neolaureato in lettere fugge dalla provincia livornese per trasferirsi a Madrid, alla ricerca di un futuro migliore. Dopo le difficoltà iniziali riesce a costruirsi una nuova vita, trovando amore e lavoro. Nonostante ciò, si accorge che lasciare il proprio paese, le proprie terre, non è poi così facile. La prolungata lontananza dal "suo" mare lo farà precipitare in periodi di insopprimibile depressione. Inducendolo a frequenti viaggi tra l'Italia e la Spagna. La Meseta, il brullo ed arido altopiano spagnolo che Salvatore percorre in auto innumerevoli volte da est ad ovest e da ovest ad est, simboleggia il vuoto tra questi due mondi, una sorta di non luogo in cui il protagonista, incapace di scegliere, finisce per ritrovarsi. Progetti ed emozioni si susseguono, disperdendosi come folate di vento attraverso lo sterminato altopiano spagnolo. In un'ondata di caricature, sogni ed angosce dominati dalla romantica ricerca di un eroismo senza meta, che si imbatte spesso in oscuri angoli di mediocrità.
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