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Un mese con Montalbano
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Un mese con Montalbano - Andrea Camilleri - copertina
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mese con Montalbano

Descrizione


Trenta crimini da risolvere. Delitti d'amore, d'interesse, di mafia, frutto di ambizione, di esaltazione, di esplosivo furore o di logorante quotidianità. Trenta indagini alla ricerca di una giustizia che il commissario Montalbano si sforza di perseguire nel cuore della Sicilia. Un uomo con un'esistenza ordinaria, da funzionario integerrimo, con un'eterna fidanzata lontana, in Liguria, e tre grandi passioni: il buon cibo, il buon vino e la letteratura. Brusco, talvolta scorbutico, ma dotato di un'irresistibile carica di umanità e di ironia, Salvo Montalbano applica la propria intelligenza a uno straordinario campionario di delitti, premeditati o preterintenzionali, inscenati, minacciati o solo simulati. Un mondo feroce e violento, che egli affronta con le armi della logica, ma anche della pietà e dell'umorismo.
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Dettagli

2014
Tascabile
390 p., Brossura
9788804645160
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Indice


Le prime frasi del romanzo:

LA LETTERA ANONIMA

Annibale Verruso ha scoperto che sua moglie gli mette le corna e vuole farla ammazzare. Se la cosa càpita, la responsabilità è vostra!

La lettera anonima, scritta a stampatello, con una biro nìvura, era partita da Montelusa genericamente indirizzata al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vigàta. L'ispettore Fazio, che era addetto a smistare la posta in arrivo, l'aveva letta e immediatamente consegnata al suo superiore, il commissario Salvo Montalbano. Il quale, quella matina, dato che tirava libeccio, era insitàto sull'agro, ce l'aveva a morte con se stesso e con l'universo criato.
"Chi minchia è questo Verruso?"
"Non lo saccio, dottore."
"Cerca di saperlo e poi me lo vieni a contare."
Due ore appresso Fazio s'appresentò nuovamente e, alla taliàta interrogativa di Montalbano, attaccò:
"Verruso Annibale di Carlo e di Castelli Filomena, nato a Montaperto il 3-6-1960, impiegato al Consorzio Agrario di Montelusa ma residente a Vigàta in via Alcide De Gasperi, numero civico 22..."
Il grosso elenco telefonico di Palermo e provincia, che casualmente si trovava sul tavolo del commissario, si sollevò in aria, traversò tutta la càmmara, andò a sbattere contro la parete di faccia facendo cadere il calannario gentilmente offerto dalla pasticceria "Pantano & Torregrossa". Fazio pativa di quello che il commissario chiamava "il complesso dell'anagrafe", una cosa che gli faceva venire il nirbùso magari col sereno, figurarsi quando tirava libeccio.
"Mi scusasse" fece Fazio andando a raccogliere l'elenco. "Lei mi faccia le domande che io le arrispondo."
"Che tipo è?"
"Incensurato."
Montalbano agguantò minacciosamente l'elenco telefonico.
"Fazio, te l'ho ripetuto cento volte. Incensurato non significa nenti di nenti. Ripeto: che tipo è?"
"Mi dicono un omo tranquillo, di scarsa parole e di poca amicizia."
"Gioca? Beve? Fìmmine?"
"Non arrisulta."
"Da quand'è che è maritato?"
"Da cinque anni. Con una di qua, Serena Peritore. Lei ha dieci anni meno di lui. Bella fìmmina, mi dicono."
"Gli mette le corna?"
"Boh."
"Gliele mette sì o no?"
"Se gliele mette è brava a non farlo capire. C'è chi dice una cosa e chi un'altra."
"Hanno figli?"
"Nonsi. Dicono che è lei che non li vuole."
Il commissario lo taliò ammirato
"Come hai fatto a sapere macari queste cose intime?"
"Parlando, dal barbiere" fece Fazio passandosi una mano darrè la nuca rasata di fresco.
A Vigàta dunque il Salone era ancora il Gran Luogo d'Incontro, come ai vecchi tempi.
"Che facciamo?" spiò Fazio.
"Aspettiamo che l'ammazza e poi vediamo" disse Montalbano grèvio, congedandolo.
Con Fazio aveva fatto l'antipatico e l'indifferente, mentre invece quella littra anonima l'aveva intrigato.
A parte il fatto che da quando si trovava a Vigàta non era mai capitato un delitto cosiddetto d'onore, la facenna, a fiuto, a pelle, non lo persuadeva.

Valutazioni e recensioni

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Valeria
Recensioni: 4/5
Interessante

Molto ricco di termini dialettali. Avvincente e interessante. Lettura scorrevole, per niente scontata. Consigliato!

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archipic
Recensioni: 3/5

Raccolta di racconti abbastanza piacevole; non tutti sono risultati alla stessa altezza, ma in media è stata una lettura veloce e gradevole. I romanzi sono altra cosa, però.

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tapparella71
Recensioni: 5/5

C'è ben poco da commentare,il solito fantastico, divertente, tragicomico Montalbano....racconti che filano via in un attimo, facilità di lettura, leggerezza insomma tanta resa per poca spesa...

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La recensione di IBS


"Si può essere sbirri di nascita, avere nel sangue l'istinto della caccia, come lo chiama Dashiell Hammet, e contemporaneamente coltivare buone, talvolta raffinate letture? Salvo Montalbano lo era e, se qualcuno gli rivolgeva stupito la domanda, non rispondeva."

Trenta racconti che narrano trenta diverse situazioni, trenta momenti di vita del commissario Montalbano, di un paese, di una realtà (quasi sempre è Vigata, un paesino siciliano), di uomini e donne che hanno in qualche modo a che fare col crimine.

Ma il vero motivo per cui questo commissario di polizia ha conquistato tanti estimatori è il suo essere del tutto fuori dai canoni tradizionali del "poliziotto". Uomo di cultura, lettore appassionato e raffinato, possiede uno straordinario intuito che gli permette di penetrare non solo nelle situazioni più apparentemente oscure, ma anche nell'animo dei suoi interlocutori, nei loro sentimenti più nascosti e nelle segrete motivazioni. Gli uomini agiscono spinti da sentimenti contraddittori, l'amore e l'odio sicuramente dominano, ma il più insidioso dei moventi è il denaro.

In uno dei racconti più belli del libro l'amore è così forte, così devastante che può richiedere e avere dall'altro un dono assoluto, estremo: ciò che prima di allora nessuno aveva mai avuto, né mai più, dopo, potrà avere.

Ma in un paese siciliano il sesso rubato, l'adulterio, il tradimento, sono sempre motivi di pettegolezzi talvolta maligni, più spesso divertiti, di vendette cruente, ma anche di grande soddisfazione nella trasgressione di regole ormai sentite come superate e arcaiche.

È proprio questa Sicilia, viva e appassionata, nello stesso tempo arcaica e moderna, dai colori forti, dalle donne belle e sensuali che anima tutte le vicende, descritte da Camilleri in una lingua originalissima, fortemente dialettale, ma che, pur non essendo dialetto, riproduce la musica, la tonalità, certe espressioni e certi vocaboli tipici del siciliano.

Stupisce questo inatteso successo dell'autore, che non ha, in queste sue ultime prove, concesso nulla, non ha adeguato assolutamente il suo stile a una più facile lettura o a motivazioni commerciali. Eppure, improvvisamente le classifiche lo vedono in testa, gli editori se lo contendono: Andrea Camilleri da vent'anni ci offre la sua genialità, il suo garbo, la sua intelligenza. Il grande pubblico aveva già avuto modo di apprezzarne le doti per le sceneggiature e la regia delle serie televisive che avevano per protagonisti il tenente Sheridan e il Commissario Maigret, oggi lo scopre, fortunatamente, come grande scrittore.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Andrea Camilleri

1925, Porto Empedocle (Agrigento)

Nato a Porto Empedocle (Agrigento), Andrea Camilleri ha vissuto per anni a Roma.  Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura".  S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio...

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