Memorie di un venditore di libri

Una domanda mi sorge spontanea: può mai un libro (cm 11x15) di 75 pagine, con carattere macro, costare Euro 9? Questo potrebbe essere giustificato qualora fossimo in presenza di un'opera indispensabile, ma così non è. Il "fattariello" (racconto) che ci viene qui presentato non è male, ma nemmeno un capolavoro. Il tono usato è divertente e non ci si annoia, ma comunque spendere Euro 9, per leggere una favoletta è veramente esagerato, soprattutto quando lo stesso giorno ho comprato l'Odissea (Grandi Classici BUR - CONSIGLIATISSIMA) a meno prezzo. Sul racconto di Franchini, posso solo dire che non mi ha fatto nessun effetto. Ho passato un paio d'ore leggendo un simpatico articolo di giornale a proposito di un promoter di libri; cosa questa che può incuriosire, ma non è certamente un qualcosa che può essere pubblicato isolatamente. Un breve anedotto sotto forma di libro a Euro 9 è un furto, soprattutt se l'opera non vale tanto.

Antonio Franchini gioca in casa. Raffinato scrittore e critico letterario (ricorderò sempre la sua bella postfazione a "La distruzione" del "maledetto" Dante Virgili), è anche l'editor della narrativa per Mondadori e proprio Arnoldo figura, "in effigie", in questo esilarante e tagliente conte sul mondo della distribuzione libraria, sulla lettura e sulle librerie, che uscì 11 anni fa nell'antologia di scrittori meridionali, "Disertori", ma con un titolo ampolloso e saggistico che forse stonava, "Su alcuni aspetti del mercato del libro nel Mezzogiorno d'Italia", e che ora fortunatamente Marsilio (ovviamente grazie al suo comandante in capo, De Michelis), ci ripropone sotto forma di Memorie. Bellissimo e con una forza ironica di notevole spessore. Ma anche amaro, delicato e dannatamente vero. Poveri libri e poveri scrittori. Ma il nostro eroe, don Procolo, parla come mangia e conosce davvero il tragico destino di molti, troppi titoli. Disincantato, lucido, freddo e razionale, ma anche poetico, questa guida alla disillusione ci voleva per riportarci tutti alla realtà: ma dove sta scritto che il libro, benchè stampato, dev'essere anche acquistato e letto?