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Di Simone de Beauvoir avevo letto, tantissimo tempo fa, una delle sue prime opere, "I mandarini". Poi, non avevo più avuto occasione di leggere altro di lei. Ho ripreso in mano, quasi per caso, le "Memorie di una ragazza per bene", primo volume della sua autobiografia. Dopo una parte un po' stucchevole, quella dei ricordi della prima infanzia, il libro prende il volo e tocca vette elevate quando racconta dei suoi studi, delle sue letture (peccato che noi italiani non conosciamo che in minima parte gli autori francesi degli anni venti e trenta che costellano la narrazione), le sue amicizie, i suoi amori e la sua ammirazione per Jean-Paul Sartre che diventerà il compagno della sua vita. L'atmosfera oppressiva di quegli anni, quando le madri della buona borghesia imponevano alle figlie se uscire o no, chi frequentare e chi no, è resa con maestria: le abitudini e i comportamenti ne hanno fatto di strada (troppa?) da allora!
Bello il libro e bella la figura di Simone de Beauvoir. Son pagine intime e sincere quelle con cui Simone si racconta. Una memoria dopo l'altra rielabora la sua infanzia e la sua adolescenza approfondendo tanto la propria formazione emotiva quanto quella intellettuale. Leggendola ho conosciuto una ragazza coraggiosa e capace di scelte di grande onestà e coerenza, ho ripercorso attraverso il suo vissuto la solitudine, le paure, le incertezze e le contraddizioni dell'adolescenza, i travagli delle prime passioni amicali ed amorose, le pulsioni a rompere con le convenzioni famigliari e sociali. Simone De Beauvoir è stata una figura di rilievo nell'ambiente culturale francese della sua epoca, e prima ancora una bambina precoce, una ragazza sensibile e appassionata, "perbene" eppure ribelle, incapace di interpretare le proprie esperienze di vita in maniera superficiale. Quello che più mi ha colpita è stato sì il suo rigore intellettuale, la sua determinazione e la sua fedeltà rispetto al proprio percorso di vita, pure quando questo non era del tutto svelato, ma anche l'audacia, la curiosità, la forza vitale e la profonda libertà con le quali ha voluto esplorare la vita in tante delle sue espressioni. Con la stessa caparbia con cui di giorno costruiva la propria vita intellettuale la notte si avventurava senza falsi moralismi nella conoscenza delle passioni e delle debolezze umane. Una lettura importante per le adolescenti.
"Memorie di una ragazza perbene" di Simone de Beauvoir è la lunga confessione di una borghese che, per contestare gli usi e costumi della sua classe nella Francia inizio secolo, si butta sulla letteratura, sviluppando da un lato una notevole coscienza critica e dall'altro, credendo di elevarsi al di sopra dei comuni mortali, dà vita a una serie ininterrotta di moti interiori riprodotti su pagina . La scrittura di questo saggio pubblicato nel 1960 è di grande qualità e nello stesso tempo la descrizione dell'infanzia e della prima giovinezza risulta minuziosamente accurata, anche nei più piccoli e insignificanti particolari. A distrarre l'attenzione da sé e da libri scelti, spesso in maniera indiscriminata e bulimica, la passione omosessuale per la dolcissima amica Zaza (rimasta interiorizzata ; la ragazza ,destinata a una fine precoce è ignara di essere oggetto di concupiscenza) e quella incestuosa per l'affascinante cugino Jacques. L'isolamento altero della giovane Simone, detta "castoro" per una somiglianza tra il suo cognome e il termine francese che designa il roditore medesimo, si traduce nel trasformare l'autrice, antesignana del femminismo, in una tuttologa insostenibile . La rinascita, o meglio, la sua ricollocazione tra gli umani, si avvia con la conoscenza di Sartre, più grande ed esperto, il quale riuscirà ad organizzare il pensiero di Simone, aiutandola a destreggiarlo meglio. La narrazione si interrompe prima che de Beauvoir conosca le gioie del sesso, che stranamente tende ad aborrire, forse a causa dell'educazione cattolica, da lei comunque aspramente rifiutata. ROMOLO RICAPITO
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