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Per una volta sono d'accordo con gli strilli di copertina e le recensioni americane che la definiscono geniale, sublime, perfetta, la migliore autrice americana dei nostri tempi e via con le esagerazioni. secondo me Shelley Jackson scrive benissimo, anche se, purtroppo, pare che in Italia nessuno la capisca: i tre commenti qui sotto trasudano odio. Questa raccolta di racconti fa veramente schifo, ma non nel senso inteso dagli altri commenti: fa schifo perché ogni racconto parla della corporeità, con annessi e connessi cancri, secrezioni, umori, catarro, spermatozoi volanti, mestruazioni, grasso sugnoso e quant'altro possa far arricciare il naso. Shelley Jackson riesce ad essere davvero disgustosa, quando si impegna. Ciò che fa entrare la melancolia del corpo nella top ten dei libri che ho letto lo scorso anno è che da ogni pagina trasuda l'umore impalpabile di cui è fatto l'essere umano, e il lettore ne può rimanere colpito o meno. questo vuol dire che ci sono solo due modi per leggere la Jackson: amandola dall'inizio o disprezzandola fino alla fine.
volendolo finire a tutti i costi, ho impiegato 7 mesi (da novembre ad oggi), pure spesso saltando righe e paragrafi a piè pari nel corso delle circa 150 indescrivibili pagine di questo libro. A questo punto non mi stupirei affatto se la Seat decidesse di far vendere l'elenco telefonico in libreria quale opera di letteratura postmoderna. Bè, in ogni caso sarebbe di gran lunga più scorrevole e sensato di questo libro, di cui però voglio trascrivere un paio di frasi (sono tutte così), estratte a campione, affinché vi siano da monito: "Il latte del mare settentrionale ha un sapore più forte del latte piovano ed è più difficile da digerire, ma comunque potabile. Tuttavia, viaggiando a sud la situazione cambia. Il mare è coperto da una vasta placca di latte cagliato."
Pretenziosa raccolta di racconti di una scrittrice che si crede molto postmoderna, invece è solo tremendamente pacchiana.
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