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scheda di Rossi, P.B., L'Indice 1990, n. 3
Negli altri scritti di Tommaso Campanella sembra non ci siano riferimenti a quest'opera. Fu pubblicata per la prima volta poco più di cinquant'anni fa da Romano Amerio ("Archivium Fratrum Praedicatorum", V, 1935) da un manoscritto non autografo conservato nell'Archivio dei Padri Predicatori in Roma. Sola testimonianza di un trattato campanelliano intitolato "Mathematica" sarebbe una lettera dell'arciduca Ferdinando di Stiria che nel 1609 chiedeva di avere, assieme ad altri, anche questo scritto. Dedicata in realtà alla geometria, è stata giudicata un'opera mediocre, se non addirittura irrilevante nel contesto delle contemporanee indagini sulla geometria. La presente edizione riproduce il testo edito nel 1935, compreso l'apparato, mutando in parte la disposizione grafica delle suddivisioni interne dei capitoli. Alla "Mathematica" il curatore fa seguire la risposta di Campanella alla "Quaestio singularis" promossa da J.B. Pysson sulla grandezza del punto matematico e le lettere di altri 'savants' coinvolti nel dibattito (fra i quali Gassendi e Mersenne) e inoltre le lettere di Campanella a Galileo, a de Peiresc e a Ferdinando de' Medici. Anche in questo caso si tratta di materiale già pubblicato, qui riunito a mostrare - si presume - i rapporti del frate domenicano con uomini di scienza e di lettere del suo tempo. Chiude il volume uno scritto del curatore sulla valutazione non certo benevola della filosofia di Campanella fatta dal contemporaneo Antonio Nardi.
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