Marx e la follia del capitale

Libro abbastanza interessante. Sintesi un pò stringente del Capitale nei primi due capitoli, ma poi il discorso si fa più originale nella parte centrale con la categoria dell'anti-valore per cercare di chiarire, approfondire e aggiornare tutta la parte del capitale bancario, creditizio, fittizio e produttivo di interesse che nel libro III del Capitale di Marx risulta un pò caotica. In più vi è un aggiornamento delle lotte virando un pò verso Foucault, mettendo in evidenza che non avvengono solo nell'ambito del processo di valorizzazione/produzione ma anche in quelli della realizzazione e della distribuzione del capitale, nonché sul piano della riproduzione sociale. Importante, lo sottolineo, l'esame del capitale finanziario. Forse questa fatica di Harvey poteva essere maggiormente approfondita, 200 pp. sono pochissime per indagare tutto quello che ha messo a fuoco, correndo così il rischio di essere un pò approssimativo e a volte sibillino. Ma si legge con facilità e affronta comunque questioni inevase dal marxismo ufficiale per fare chiarezza sul capitale finanziario secondo gli intenti di Marx. Un Marx che ha anche i suoi limiti, per Harvey, soprattutto per l'astrattezza del II libro del Capitale. Lo stile di Harvey è comunque veloce, sciolto, ma mancano le elaborazioni a fine e inizio capitolo, dando l'impressione che sia stato scritto di getto. Consiglio personale: da leggere visionando i due film su Wall Street del grande O. Stone. Voto 7