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La marmocchietta del diavolo - Christine Lavant - copertina
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La marmocchietta del diavolo - Christine Lavant - copertina

Descrizione


«Wrga, la guercia, aveva una marmocchietta scambiata. A volte però fingeva di non saperlo e chiamava la marmocchietta con il suo bel nome. Sì, lo trovava proprio bello, anche se il parroco di Duldig aveva detto che quel nome era una punizione, perché così si chiamava la regina traditrice e se fosse stata un maschio avrebbe dovuto chiamarsi come lo spietato imperatore «Napoleone». No, non conosceva pietà il parroco, quando si trattava di peccati, e dare alla luce un bambino senza un padre è proprio un grave peccato. E nemmeno per Wrga aveva fatto eccezione, sebbene avesse un occhio di vetro più grande e molto più bello dell'altro». Sin dalle prime battute affiorano, favolose, la tradizione popolare della Carinzia meridionale e il mondo contadino con la sua percezione animistica e quasi stregonesca della realtà. Zita, la protagonista, è figlia illegittima di una povera contadina ed è nata con delle gravi menomazioni fisiche e psichiche. La gente del villaggio, tanto cattolica quanto superstiziosa, ha una sola spiegazione: gli spiriti maligni hanno rubato la bambina dopo il parto e l'hanno sostituita con una Wechselbälgchen, una marmocchietta del diavolo. Si dice che portino sfortuna.
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Dettagli

2019
25 novembre 2019
96 p., Brossura
9788894134872

Conosci l'autore

Christine Lavant

1915

Christine Lavant (pseudonimo, di Christine Habernig-Thonhauser) è nata a St. Stefan, nella valle del Lavant, il 4 luglio 1915.Ultima di nove figli di una poverissima famiglia carinziana, fin da subito molto malata, si avvicina alla poesia da autodidatta, folgorata dalla lettura di Rilke. Inizia a scrivere molto presto ma pubblica solo a partire dal 1948 (il racconto lirico Das Kind), fissando subito la sua tematica su persone umili e diseredate, come dimostrano anche i successivi Das Krüglein (1949), Baruscha (1952), Die Rosenkugel (1956), Das Ringespiel (1963), Nell (1969).Compone raccolte di poesie inizialmente sotto l’influsso di Rilke, poi sempre più in progressiva autonomia (Die unvollendete Liebe, 1949; Die Bettlerschale, 1956; Spindel im Mond, 1959; Der Pfauenschrei,...

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