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La marina del mio passato - Alejandro Ruiz Torreguitart - copertina
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La marina del mio passato - Alejandro Ruiz Torreguitart - copertina

Descrizione


La storia di un vecchio pescatore cubano, rivoluzionario per forza e ribelle per vocazione, raccontata dalla penna di Alejandro Torreguitart con stile frammentario e rapido ma al tempo stesso molto letterario. La storia di Cuba al tempo del periodo speciale vista con gli occhi degli sconfitti che accettano con rassegnazione il presente e si fanno vincere dalla nostalgia per il passato. Dopo "Machi di carta" (Stampa Alternativa, 2003) il giovane cubano Alejandro Torreguitart Ruiz torna a farci pensare alle contraddizioni della società cubana post rivoluzionaria. Lo stile di Torreguitart è piano e frammentario, facile, volutamente comprensibile. Un racconto lungo che è una denuncia da sinistra di tutto quello che non va nella Cuba castrista.
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Dettagli

2003
1 gennaio 2003
60 p.
9788888850146

Valutazioni e recensioni

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Renzo Montagnoli
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Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla lettura di questo racconto. Mi hanno colpito la capacità di ricreare un ambiente, dei personaggi e dei paesaggi con poche parole, ma dense di significato, Inoltre, è una prova di maturità artistica non comune, tanto più ove si consideri che l'autore è assai giovane e che l'opera in questione è stata scritta quando aveva 20 anni.

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Fernando Bassoli
Recensioni: 4/5

È IL MATTINO DI UN INVERNO TROPICALE. UN SOFFIO DI VENTO ACCAREZZA IL VISO DI UN UOMO anziano che si specchia nel mare cubano e vede passare davanti agli occhi il suo passato. Il corpo è invecchiato, ma la mente lucida. Passa in rassegna i fatti salienti di un’intera esistenza piena di alti e bassi, illusioni, sogni, momenti di esaltazione e grandi ideali spesso rimasti irrealizzati. L’uomo ricorda il ragazzino quindicenne che è stato, cresciuto in un contesto di degrado e precarietà, che ha imparato a pescare grazie ad un padre ritrovato solo per caso. Oggi è nei pressi dell’Albergo “Il vecchio e il mare”, davanti al quale torreggia una statua di marmo che raffigura una barca da pesca guidata da un uomo speciale: lo scrittore americano Hemingway, immortalato mentre getta una lenza tra i flutti. Di letteratura il nostro sa ben poco, anzi nulla. In compenso è un esperto di mare, pesca et similia. La sua casa è lì, tra palme e banani, una casa da pescatore, sopravvissuta ai turisti e ai loro eccessi di occidentali pronti a spendere 300 dollari al giorno per avere qualcosa da ricordare. L’uomo ha un animo da poeta: è uno, per intenderci, che dà un nome ad ogni pesce, ma anche uno che conosce i mille ed un trucco per sopravvivere in un mondo difficile e pieno d’insidie. A ben guardare è cambiato poco, anzi nulla. Batista o Castro: non c’è differenza, cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa. I cubani sono dei miserabili che convivono allegramente con dei miliardari, il rum scorre a fiumi blandito dalle musiche di Willy Chirino, Manzanero, Feliciano. Salsa e Merengue imperversano, ma anche i proverbiali sigari ritagliati da scarti di Cohiba e soprattutto feste per imbonire i turisti e tenere in piedi un sistema economico tra i più strampalati. Piano piano il lettore fa la conoscenza del protagonista della vicenda. Narrando in prima persona, egli rivela d’essere stato abbandonato dalla madre ed allevato dalla nonna, insieme alla sorella. I sistemi “educativi” n

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La recensione di IBS

La storia di un vecchio pescatore cubano, rivoluzionario per forza e ribelle per vocazione, raccontata dalla penna di Alejandro Torreguitart con stile frammentario e rapido ma al tempo stesso molto letterario. La storia di Cuba al tempo del periodo speciale vista con gli occhi degli sconfitti che accettano con rassegnazione il presente e si fanno vincere dalla nostalgia per il passato.
Dopo Machi di carta, il giovane cubano Alejandro Torreguitart Ruiz torna a farci pensare alle contraddizioni della società cubana post rivoluzionaria. Il periodo speciale è il protagonista di questa storia a tratti dolce e commovente, a tratti amara e struggente. Un racconto lungo che è una denuncia da sinistra di tutto quello che non va nella Cuba castrista.

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