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Marca gioiosa - Roberto Plevano - copertina
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Marca gioiosa

Descrizione


Vincitore del Premio nazionale di letteratura Neri Pozza 2017.

««Un libro importante, che impressiona per lingua e tenuta. Esagerato, sorprendente, ambizioso»» - Sandra Petrignani

««Un potente affresco dell’Europa dei primissimi anni del Duecento»» - Francesco Durante

««Un romanzo storico, avventuroso e picaresco, colto e intelligente»» - Romana Petri

Non c’è pace nella Provincia durante gli anni dell’Impero di Otone. Le tonache grigie del venerabile Arnaut, i Christi milites, i mastini di Dio, braccano chiunque sia in odore di eresia per offrirne la testa alla spada dei crocesignati, i militi venuti da settentrione, i fanti, dicono, che si sono ricoperti di gloria oltremare dove hanno ricacciato il Saladino, in realtà un esercitodi ubriachi fuori di senno, un ordine di armati folli, capaci delle efferatezze piú crudeli. A Besièrs, città della Provincia, torna un giorno il giovane Amalrico. Ha terminato l’apprendistato dal suo maestro di Tolosa ed è ansioso di riabbracciare il padre birocciaio e i compagni d’infanzia. Della città però non ne è piú nulla. Ovunque morte e distruzione: carri rovesciati tra massi e detriti, stormi di corvi che volteggiano su cadaveri di bambini ammucchiati in fosse comuni, soldati con la veste sudicia di fumo, di cenere, di sangue rappreso. Un dio folle e criminale sembra aver preso possesso dell’aria, dell’acqua e della terra. Insieme con Uc de San Sir, un giovane giullare incontrato nell’accampamento dei soldati, Amalrico scampa miracolosamente al coltello di un crocesignato e vaga per le terre della Provincia. Un viaggio in cui il giullare si rivela autentico socius, uomo di corte e di curia, oltre che menestrello esperto nell’arte del trobar. Dapprima a Montpelhièr, dove il vecchio medico Mesulla gli fa dono del suo prezioso compendio di arte medica, poi, al seguito della carovana del ricco mercante ebreo Benbenisti, a Zena, la città piú bella delle terre alte e asciutte della Liguria, e infine, passando per Verona e Vincencia, a Baxian, sede della corte piú ricca dell’intera Marca, Amalrico tenta di lasciarsi alle spalle il dio delle vendette sceso sui tetti di Besièrs. A Baxian si compie il suo destino, segnato dalla guerra e dall’amore, come si conviene a un ragazzo del XIII secolo. La guerra reca il volto di Ecelinello, il figlio del dominus Ecelino, nato a mezzogiorno, l’ora del sole, l’ora di Marte; l’amore quello di Cunissa, la prima per bellezza e virtú alla corte di Baxian. Romanzo vincitore della II edizione del Premio Neri Pozza, Marca gioiosa brilla per la raffinatezza della lingua (i riferimenti alla lirica trobadorica e ai poeti d’amore sono sapientemente sparsi nel libro) e per l’affascinante ricostruzione storica che trasporta il lettore nelle ricche città della Marca (Verona, Vicenza, Treviso, Bassano) al tempo di Ottone IV di Brunswick e di Federico II, un’epoca in cui Impero e Papato si confrontano senza esclusione di colpi. Piú di tutto, però, l’opera è un magnifico romanzo d’avventura, dove al lettore è dato imbattersi in impertinenti menestrelli e saggi eruditi, sfrontate e pudiche dame di corte, pavidi e temerari uomini d’arme.
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Dettagli

2017
400 p., Brossura
9788854512276

Valutazioni e recensioni

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Marco
Recensioni: 4/5

Romanzo storico ambientato nel XIII secolo in larga parte presso la corte degli Ezzellino, signori della Marca Trevigiana. L’autore è riuscito magistralmente a rendere il romanzo avvincente nonostante il linguaggio erudito che ci riporta alla lirica provenzale e alla poesia religiosa, due fattori basilari per la nascita del volgare in Italia. Una lettura notevole!

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Stefania S
Recensioni: 5/5

Eccelino da Romano, il fratello Albric, la sorella Cunissa, Eccelino pater, Uc de Saint Sir, Sordello da Goito, Federico II di Svevia, Agnolo l’Adamita, Giovanni da Vicenza sono solo alcuni dei molti personaggi che vivono in ‘Marca gioiosa’, in un tempo in cui bastava “un muro alzato tra due persone per farne dei nemici fino alla morte”. Attori, principali e minori, convincenti sia nella caratterizzazione profonda, come il formidabile giovane Eccelino, ( “c’era qualcosa di inumano in quella tremenda energia che s’irradiava dal suo corpo, una purezza d’intenti priva del dubbio, della virtù che ritenevo la più intima proprietà dell’animale ragionevole”) sia negli schizzi appena abbozzati, come l’imperatore Federico II (“ecco una cosa che impressionava in quei tempi di eccessi: la giusta misura della potestas”) o Agnolo l’Adamita o Giovanni frater. Leggere ‘Marca gioiosa’ mi ha restituito il sapore dei migliori romanzi storici di Laura Mancinelli (non a caso, anche lei storica come Plevano): non c’è il favoloso ma la cadenza è la stessa del mito, dell’epica, è il raccontare la storia con la solennità della leggenda, è l’universalità della condizione e del sentire umano, su cui Amalrico,voce narrante del romanzo (“il piolo quadrato che non si ficca nel foro tondo”), riflette, ora, con la trepidante emozione dell’uomo (come le toccanti pagine sull’innamoramento per Cunissa e sull’aborto di lei), ora, con la tagliente lucidità del filosofo (“Dio non ha avuto dubbi nei giorni della creazione; ma costoro non sono dei, non possono creare, allora fanno quello che è riservato ai demoni:distruggono! Distruggono quello che rivendicate essere vostro dominio!”). C’è la precisione delle parole, la generosa profusione nel descrivere, nell’evocare, e c’è il tono antico, spesso sentenzioso, nei personaggi e in una narrazione che non teme la lentezza, che non ambisce ad appassionare, ma che affascina e suggestiona con la densità del linguaggio e dell’immaginario. Una lettura preziosa

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Recensioni: 5/5

Roberto Plevano ricostruisce, con attenta perizia storica, le vicende dell'Europa medievale dei primi anni del XIII secolo. Dalla Francia alla Germania, dalla REpubblica di Venezia al regno di Sicilia di Federico II. In particolare la vicenda si svolge nella Marca formata dalle città di Verona, Padova, Treviso e Vicenza, dove la supremazia politica e militare è assunta dalla potente famiglia da Romano, nella figura degli Ezzelini, padre e figlio. Il viaggiatore Almarico, proveniente dal Sud della Francia, diventa il protetto della famiglia de Romano, tanto che viene anche mandato a Salerno a studiare medicina. Almarico narrerà la storia della Marca nei momenti di pace e nei momenti di guerra, descriverà il conflitto tra papato e impero, tra famiglie guelfe e ghibelline, tra realtà comunali e corti signorili, tra ceto mercantile e nobiltà terriera. Il romanzo storico scritto con una prosa elegante, con citazioni dotte e riferimenti alla lirica trobadorica, è anche un romanzo d'avventura, avvincente e appassionante, in cui si intrecciano storie di giullari, personaggi pittoreschi e amori cortesi e carnali. Alcune scene di saccheggi, distruzioni e soprusi contro i deboli sono descritte in modo straordinariamente cruento, ma tale da offrire una panoramica (sembrava quasi di seguire una ripresa cinematografica) del crimine. Dice Almarico, quando fra Giovanni di Schio mette al rogo dei presunti eretici a Verona,"il crimine è guardare l'uomo e vedere una bestia". Almarico è il narratore, ma anche un osservatore etico che interviene nelle vicende del romanzo a cercare e trovare le parole giuste per risolvere i conflitti. Anche se lui stesso a volte cadrà nelle reazioni violente, nelle passioni destabilizzanti, affermerà l'importanza del diritto e del rispetto delle regole, considererà "orrendo che la morte sia inflitta alla vita da creature viventi"

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Roberto Plevano

1960, Vicenza

Dopo la laurea in Lettere, conseguita all’Università di Pavia, ha collaborato con università e istituti accademici di tutto il mondo. Ha tenuto corsi di medievalistica presso la University of Toronto, ha lavorato come ricercatore alla St. Bonaventure University (NY) e come Professore Associato presso la Catholic University of America (Washington, D.C.). Insegna storia e filosofia a Vicenza. Ha scritto Marca Gioiosa (Neri Pozza 2019).

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