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Manuale di bioetica. Verso una civiltà biomedica secolarizzata - Maurizio Mori - copertina
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2010
1 gennaio 2010
442 p., Brossura
9788860873811

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Soma
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Non sono un esperto di bioetica, bensì uno studente che si sta per laureare in lingue e letterature moderne. Il manuale è prolisso all'inverosimile, a mio modesto parere sarebbe potuto constare di non più di 250 pagine, ma supera abbondantemente le 400. Si passa da un'introduzione informale, in cui Mori informa il lettore di aver mangiato un piatto di pasta alla marmellata (oltretutto scotto), ai sillogismi che vanno a scoperchiare le fragili impalcature logiche dei gesuiti. Non dà una visione d'insieme incisiva, principalmente per due motivi: 1) L'eccessiva prolissità ha come unico risultato la mancanza di chiarezza, che conduce il povero studente in un ginepraio volutamente prolisso, si passano interminabili momenti cercando di orientarsi tra concetti di per sé neppure troppo complessi. Mi ci sono volute circa due ore per comprendere se l'etica deontologica prevedeva o meno divieti prima facie, sarebbero bastate poche parole chiare. Dopo quasi un mese di studio iniziavo ad essere d'accordo sul suicidio assistito vedendolo come soluzione a questo calvario di inutile prolissità. 2) Sebbene si millanti la chiarezza espositiva, la sintassi utilizzata è tutt'altro che efficace, per comprendere il semplicissimo esperimento del secchio di Newton mi c'è voluta circa mezz'ora. Scambiando opinioni con altri studenti ho potuto constatare che lamentavano esattamente le stesse problematiche che sto riportando, la mia critica acquisisce quindi pregnanza e oggettività, quel che manca al testo. È il peggior manuale che abbia mai studiato. In ambiente anglosassone, un ambiente in cui la sintesi e la chiarezza sono di primaria importanza, un testo del genere troverebbe il suo degno posto in un cestino. In Italia, paese in cui il 'bel tema' è quello lungo, non può che essere applaudito, ovviamente in ambito accademico, perché credo quasi nessuno leggerebbe un libro del genere per piacere personale.

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Voce della critica

Lo scopo del libro di Maurizio Mori ・ fornire un resoconto dello stato dell'arte della bioetica, non solo ampio, ma anche il pi・ possibile imparziale. Non sembra che l'autore sia del tutto riuscito in questo scopo, mentre ne consegue uno altrettanto importante: difendere una visione specifica del senso del dibattito e una delle opzioni normative in campo.
Il libro comprende dodici capitoli, che spaziano dalle questioni pi・ generali sul senso e sui metodi dell'etica filosofica (primi tre capitoli) all'analisi di problemi concreti come l'aborto. La tesi iniziale ・ che le posizioni sensate appartengono a uno o all'altro di due fronti: l'etica della sacralit・ della vita o l'etica della qualit・ della vita. Gli approcci estranei all'uno o all'altro paradigma finiscono per risultare vaghi, quindi poco incisivi sul piano della critica razionale, oppure incoerenti, cio・ privi di valore filosofico. L'autore non ha remore nel dichiarare la propria collocazione, ma al tempo stesso riconosce l'inattaccabilit・ sul piano logico di alcune tesi inscritte nell'altro paradigma. La tesi implicita del libro ・ che l'etica della sacralit・ della vita ・ indifendibile in quanto, nella misura in cui produce argomenti coerenti, risulta lontana dal sentire comune. Questo, si argomenta nel terzo capitolo, ・ stato gi・ trasformato dal progresso delle conoscenze e delle tecniche biomediche. In conclusione, anche quando funziona sul piano logico, la difesa della sacralit・ della vita non ・ che una vittoria di Pirro, destinata alla sconfitta con la storia.
I capitoli successivi (dal quarto al nono) si occupano dei temi pi・ importanti del dibattito: aborto, fecondazione assistita, clonazione e genomica, trapianti, consenso informato, testamento biologico ed eutanasia. In ciascun capitolo, l'autore analizza diverse posizioni seguendo sempre lo stesso schema. Si inizia con una 菟otatura・ di molte posizioni possibili, da rifiutare in quanto internamente incoerenti. Davanti a un men・ di opzioni assai ridotto, si chiede al lettore di scegliere la pi・ plausibile. Si ritrover・ a fare propria una versione dell'etica della qualit・ della vita (pi・ o meno, quella utilitarista) o una versione l'etica della sacralit・ della vita (quella pi・ retrograda). Queste argomentazioni sono le parti del libro pi・ interessanti, nelle quali emerge l'acume logico e il rigore argomentativo di Mori.
Nel decimo capitolo, il tema della giustizia in sanit・ viene analizzato senza fare riferimento ai due paradigmi. Si pu・ obiettare che, in questo modo, l'autore contraddice la tesi principale del libro. A prescindere da ci・, l'analisi di queste tematiche risulta meno chiara e coinvolgente. Nei due ultimi capitoli, rispettivamente sulla questione dei diritti umani e animali e sul senso della vita, si recupera quello sguardo pi・ ampio, storico-antropologico-sociale, che caratterizza il discorso portato avanti nei primi tre. Cos・ ・ possibile affrontare questioni altrimenti di difficile trattazione attraverso gli strumenti della filosofia 殿nalitica・, di tradizione anglo-americana.
L'originalit・ di questo approccio, che arricchisce e rende degno di nota il libro, costringe il lettore ad accettare alcune premesse metodologiche e concettuali che non sono ampiamente condivise (ad esempio, i rapporti fra pluralismo metaetico, etico e politico e l'etica della qualit・ della vita). Quest'ultimo non ・ un pregio, per un testo che si pone come un'introduzione alla materia.
Michele Loi

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