Il manoscritto. Il ritorno della detective Hanne Wilhelmsen

ottimo romanzo in cui i drammi psicologici fannp da sfondo alle vicende famigliari di Kate e Maripn.Da cornice un manoscritto enigmatico e sconvolgente

Nel momento in cui scoppia il Covid e la Norvegia gestisce la pandemia alla scandinava - senza isolamenti e lockdown - si intrecciano due vicende, un manoscritto scomparso di una autrice al decimo libro di grande successo e capacità e il ritrovamento di un cadavere con il volto mutilato al punto da renderlo irriconoscibile di una donna in una macchina. Anne Holt collabora con il suo vecchio amico per le indagini e allo stesso tempo è interessata alla scomparsa del manoscritto: la redattrice che lo cerca è la stessa incaricata di rivedere il manoscritto che Holt ha mandato alla casa editrice e che è destinato ad essere pubblicato. Alcuni passaggi forse appaiono scontati, ma l'intreccio è ben congegnato e se non sempre i personaggi sono ben caratterizzati il prodotto d'insieme convince e tiene la giusta tensione fino alla fine - sorprendente e non scontata.

A mio modo di vedere, in assoluto il meno riuscito dei gialli con protagonista Hanne Wilhelmsen. Noioso e dispersivo, Ambientato in periodo Covid, è peraltro inquinato dalle continue e ossessive prediche dell'autrice sulla (presunta) necessità di mascherine, distanziamento, diveiti di incontri e strette di mano L'autrice ha smesso i panni della giallista ed è torbata ministra politicamente corretta.