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Manoscritto per Teresa - Pietro Verri - copertina
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Manoscritto per Teresa - Pietro Verri - copertina

Dettagli

2
1999
1 gennaio 1999
XXXIV-320 p., ill.
9788879161169

Voce della critica


scheda di Ricaldone, L. L'Indice del 2000, n. 02

Molto opportuna la ristampa anastatica dell'edizione originale (Serra e Riva, 1983) di pagine fra le più intensamente private, e insieme più proficuamente leggibili in chiave di documento di un'epoca, che il nostro maturo Settecento abbia prodotto. Fra i 47 e i 53 anni (1775-1781) Pietro Verri vive il corteggiamento e il successivo matrimonio con la giovane nipote Maria, la nascita della figlia Teresa, la malattia e la morte prematura per tisi della moglie. Di tali esperienze lascia testimonianza in questo "manoscritto" destinato a Teresa, che comprende un diario quasi giornaliero della sua fanciullezza, un insieme di "ricordi" (osservazioni e precetti) e un fascicoletto di "notizie" sulla madre. In appendice il curatore ha raccolto altri documenti, per lo più lettere riguardanti Maria. Il tentativo di attuare nel quotidiano i principi ideologici del più avanzato Illuminismo costituisce il filo conduttore dell'intelligente e partecipata lettura che Gennaro Barbarisi propone nell'ampia introduzione: dal matrimonio contratto più per affettuoso calcolo che per passione, alla pedagogia del libero movimento del corpo della neonata; dalle indicazioni delle letture da farsi nei vari momenti della vita ai consigli per la donna adulta (scelta del marito, condotta in pubblico e in privato, educazione dei figli). Ciò che emerge è l'impegno a istituire modi nuovi di vivere gli affetti familiari, in alternativa al passato, rappresentato dai "vecchi di casa", gli ingombranti genitori di Pietro; e ciò che commuove è l'illusione di poter governare con la raison ogni momento e ogni sentimento. Sorprendente lo sguardo maschile su interni domestici per tradizione femminili, e originale il fatto che un padre (e non una madre) avverta il bisogno di rivolgersi alla figlia (e non al figlio) con grande trasparenza, senza nasconderle nulla. Che ne fece Teresina di quei teneri e istruttivi "ricordi"? Pare che a tanto padre abbia reagito con "distacco e orgoglio", come peraltro "era nel carattere di entrambi".

(L.R.)


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Pietro Verri

(Milano 1728-97) scrittore, filosofo ed economista italiano. Di nobile famiglia, fu, con il più giovane fratello Alessandro, al centro di quel gruppo di illuministi lombardi che fondarono la Società dei Pugni e la rivista «Il Caffè». Trasse gli elementi fondamentali del suo pensiero filosofico dal sensismo e dall’utilitarismo di Helvétius e di Condillac, studiando il piacere e il dolore come momenti di ogni azione umana (Meditazioni sulla felicità, 1763; Discorso sull’indole del piacere e del dolore, 1773). Si mantenne nell’ambito del sensismo anche in estetica, indicando nei nuclei di sensazioni ed emozioni presenti nell’opera la possibilità di una partecipazione del lettore e quindi il grado di utilità e valore dell’opera stessa. Studioso di problemi economici (fu consigliere del governo...

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