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Anno edizione: 2021
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La fiaba nucleare dell’uomo bambino (Utopia Editore, 2021) di Hamid Ismailov autore Uzbeko attraverso una fiaba racconta senza filtri – attraverso l’arma del fantastico e del soprannaturale – dei danni causati all’ambiente e all’uomo degli esperimenti nucleari di cui Erkan è rimasto vittima. Non so se consigliarlo, ma se amate il fantastico, il soprannaturale e le descrizioni che viaggiano oltre il reale potrebbe essere il libro giusto per voi, anche per la sua brevità. «Ogni opera, incluso questo racconto, è un calco della vita che eternamente fluisce. Ogni creazione è come Erzan, cristallizzata nel suo sviluppo e fissata nella narrazione. O forse, spuntando nella steppa kazaka, Erzan mi era stato mandato come una dimostrazione, un pretesto nella corsa incessante del treno, affinché kaltarys dopo kaltarys, reazione dopo reazione, stregato dalla visione di questo eterno ragazzo, mi rendessi conto che questa storia racconta di noi, di come l’uluu kaltarys, la svolta finale, potesse insinuare in me l’idea che la vita, in fondo, non è che un frammento sfuggito alla trama di un racconto, di un libro».
Esattamente come la steppa kazaka sembra deserta, monotona e desolata ma in realtà nasconde la vita, questo racconto di un uomo intrappolato nel corpo di un bambino appare decadente e sconfortante, ma in realtà è capace di creare, di esprimere sé stesso e la propria personalità. È una storia che può essere considerata semplice, ma nasconde tante chiavi di lettura: una critica politica ai test nucleari sovietici, il desiderio umano di sentirsi accettati, la necessità di poter esprimere liberamente e vivere le proprie passioni, le relazioni interpersonali e intergenerazionali che cambiano insieme alla struttura della società in cui si vive. Consigliato!
Un romanzo che non solo è molto bello e scritto benissimo, ma che ci trasporta in una letteratura, quella uzbeka, che è davvero un peccato non conoscere.
Recensioni
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