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Maledetti Savoia - Lorenzo Del Boca - copertina
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Maledetti Savoia - Lorenzo Del Boca - copertina

Descrizione


L'Unità d'Italia è stata un'annessione forzata. L'incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II è un falso storico. Molti dei Padri della Patria sono stati politici corrotti, ufficiali mestatori, traffichini di regime, burocrati inefficienti e magistrati faziosi. Secondo l'autore, il vero Risorgimento assomiglia ben poco a quello che ci hanno raccontato.
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Dettagli

2001
Tascabile
287 p., Brossura
9788838447983

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aldragon
Recensioni: 5/5

Sì, avevamo cominciato ad intuirlo. L'Unità d'Italia non fu uno splendido ed aulico periodo "risorgimentale", ma un evento bellico sporco, una conquista coloniale giocata a parti invertite: l'annessione di un mondo evoluto (Napoli era la terza capitale d'Europa e la Corte borbonica più splendida di quella sabauda) da parte di uno stato per molti versi arretrato. Piatti di legno contro porcellane di Capodimonte. E fu una guerra combattuta senza risparmio di atrocità e tradimenti. Non fu vera gloria, se di gloria si sarebbe potuto trattare. "Viva Mazzini, Cavour e Garibaldi, viva Vittorio Emanuele e la sua donna Italia" (come credevano e gridavano i "convertiti" siciliani). E l'eco di quelle grida lo troviamo ancora nella toponomastica cittadina d'ogni borgo dello Stivale. Ma se si scoprisse che alcuni Padri della Patria furono politici corrotti e burocrati inefficienti? Se scoprissimo che le ricchezze del Sud vennero depredate e confluirono nei forzieri di corte e nelle tasche di pochi altri abili uomini d'imprenditoria truffaldina ed opportunista? Allora forse cominceremmo a capire qualcosa di più sui mali storici del paese: corruzione e "questione meridionale". Malanni endemici con radici profonde che affondano in quel decennio a cavallo con la Spedizione dei Mille. Si, è quasi divertente sapere che la storia delle "Ferrovie dello Stato" inizia con una "lettera di raccomandazione" (di Mazzini a Francesco Crispi a beneficio di un finanziere toscano). Che pure di tangenti è lastricata la nascita del Monopolio di Stato sui tabacchi. Che già allora il materiale bellico dello Stato era scadente per la cattiva gestione clientelare e corrotta da parte delle gerarchie militari del Regno. Che tali gerarchie furono imbastite coi peggiori ufficiali sabaudi. Poi il senso di divertimento passa attraverso i letti del re d'Italia e scompare di fronte ai massacri ingiustificati, ai lager ed alle delazioni traditrici da parte di mariti cornuti e debitori insolventi.

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piero
Recensioni: 5/5

libro che non dovrebbe mancare a tutti gli appassionati del periodo storico del risorgimento. il libro facilita a comprendere il falso storico dell'unificazione. ottimo libro per iniziare a scoprire la verita' su cio'che fu fatto dai piemontesi per sterminare un popolo libero e ricco

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Piero
Recensioni: 5/5

Per dirla brutalmente Del Boca prende un secchio di escrementi e lo rovescia su un cinquantennio di storia italiana. A torto o a ragione comunque il libro è davvero avvincente. Scritto con semplicità e quindi di facile lettura ti cattura dalla prima all’ultima pagina. Non ho elementi per giudicare se quanto asserito dall’autore sia vero, ma non ho motivo di dubitarne visto e considerato che la pecora non diventa mai leone e che quindi non potevamo essere diventati tutti eroi durante il Risorgimento. Un libro che parla di ieri ma che soprattutto aiuta a capire anche l’oggi. Utilissimo per capire la questione meridionale e che rende giustizia ad una popolazione (quella del Sud) troppo spesso accusata di essere la progenitrice di tutti i mali possibili. Insomma, in barba ai Grillo, Travaglio & Co. è molto più utile questo libro di altri nel comprendere il perché dell’attuale situazione politica italiana. Il mal costume non un male del terzo millennio ma semplicemente qualcosa di ereditato dalla casa Savoia e dai governi “settentrionali” Piemontesi e affini. Da leggere assolutamente.

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Conosci l'autore

Lorenzo Del Boca

1951, Romagnano Sesia (NO)

Laureato in filosofia e scienze politiche, è giornalista professionista dal 1980. È stato presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti dal 2001 al 2010, primo ad essere eletto per tre mandati consecutivi. La sua carriera comincia presso «la Stampa» nella redazione di Novara e nel 1989 passa nella redazione di cronaca di «Stampa Sera». Qui ha modo di incentrare il lavoro sugli eventi legati al terrorismo. Nel 1996 è presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) fino all'elezione a presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti nel 2001.La sua occupazione di storico e scrittore si concentra in particolar modo attorno al periodo risorgimentale. Tra le sue pubblicazioni: Maledetti Savoia (1998),...

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