Maigret e il corpo senza testa

Mentre la osservava muoversi placidamente dietro al suo bancone, nella luce tetra del bistrot Calas, Maigret non riusciva ad afferrare cosa lo colpisse così tanto di quella donna dall'aria dimessa che sembrava impermeabile allo scorrere della vita. Eppure quella mattina baciata dal sole primaverile era già principiata con un fatto di per sé insolito: il ritrovamento di un cadavere senza testa restituito dalle acque torbide del canale di quai de Valmy. Allora perché non riusciva a concentrarsi sul " suo" morto e continuava a gravitare attorno a quella creatura inafferrabile, che viveva secondo un suo personale sistema di valori e leggi? Neppure lui sapeva spiegarselo, ma sentiva la verità, e presto, pensava, anche le prove sarebbero seguite. Una indagine molto affascinante, che mette in luce magistralmente la grandezza del personaggio del commissario Maigret.

Bel romanzo dalla trama ben costruita. Nel libro si ritrovano le atmosfere e i personaggi della Parigi di Maigret. Consigliato.

Canali, chiatte, barcaioli taciturni, osterie di infimo ordine nella periferia parigina: Maigret indaga fra le atmosfere di un quartiere a lui familiare all’inizio della carriera ma che da molto tempo non frequenta. Campeggia nella narrazione una figura di donna: personalità insondabile, dal tono stanco e dallo sguardo assente, disfatta dall’alcol e segnata precocemente dal tempo e dalle percosse eppure richiesta per soddisfare pulsioni maschili. Ed è con lei che Maigret ingaggerà un duello sordo fatto dapprima di irritazione per le risposte laconiche e poi di comprensione umana per un’esistenza grigia e rassegnata, cosa che invece la rigidità mentale impedisce al giudice Coméliau di capire.