"Leggere Mai visti sole e luna come l'opera dell'estrema nostalgia contadina, dell'ultima elegia di una cultura scomparsa, oppure come la rinarrazione, a tanta distanza di decenni, della guerra e della resistenza e anche degli anni che seguirono la guerra, significa ridurre alquanto il significato di un'opera che porta invece in sé un messaggio di universale portata, di eterno valore. Il fatto è che quel mondo delle campagne e quel tempo restano i soli in cui sia possibile mostrare la tragicità della condizione umana nella sua assoluta evidenza, ad ammaestramento e a esemplificazione per una società e un tempo in cui non si fa altro che inventare maschere per non vedere la realtà immodificabile dell'uomo". (Giorgio Bàrberi Squarotti))
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