Macario. Mio padre

Già dal primo capitolo e dalle prime parole, l'autore sceglie di percorrere una diversa strada da quella tracciata dal libro "Macario un comico caduto dalla Luna" del 1998. Questa nuova via è ricca di tenerezza, che mancava invece alla prima opera, più tecnica, oggettiva ed intelligentemente impersonale. Qui restituisce, invece, a Macario la completezza delle sue sfumature, in un ritratto poetico e commovente. La sensazione è quella di venire accolti in casa di un vecchio amico per il prazo di Pasqua. Mauro ti apre la porta, ti prende per mano, ti accompagna in sala insieme agli altri ospiti e si rivolge ad un uomo girato di spalle. <Papà>. L'uomo si gira. <Lettore, questo è mio padre Erminio. E, papà, questo è il pubblico a cui tanto manchi>. Noi ci eravamo agghindati per l'occasione, ci eravamo preparati ad entrare in un mondo affascinante e misterioso, ma la meraviglia ci coglierà comunque impreparati, perchè troppo grande. Grazie, Mauro, per averci fatto questo regalo. Il testo é breve ma ricco, é principalmente un libro fotografico.