Il luogo dell'appuntamento. Poesie anni Novanta

E' sempre istruttivo osservare il destino dei libri. Un destino in genere bizzarro, quando non inspiegabile. Si può avere fortuna, con un libro, o essere ignorati. A prescindere dal valore del libro. Questo libro, "prodotto" da una casa editrice di un certo pregio, e con un suo percorso di nicchia ma non spocchioso nel sempre turbolento panorama editoriale, non ha ottenuto echi di sorta sulla stampa o tra i cosiddetti ... "addetti ai lavori". Eppure è un signor libro. E' poesia, ma non solo. E' poesia d'amore, ma anche racconto civile. E' poesia che racconta appunto, con una scrittura "pizzuta", acuminata, molto centrata sulla parola ambigua. Cioè su una parola che è limite e soglia di plurisignificato, e orchestrazione mai scontata di significanti. E', questa scrittura, germinativa, motrice, energetica. Che si vuole di più, e di più nuovo, da un libro che adopera anche l'immagine visiva, oltre alla polisemia visuale (ci sono le immagini create dalle parole, la fabula, e anche le immagini esterne, la fotografia, come architettura di racconto celebrativo)? E' tutto nuovo, in questo libro. Cioè è tutto ciò che già sapevamo dello strumentario possibile e già utilizzato dai poeti, ma "blended" in sonorità tutte nuove, una miusica suonata con armonie celesti tutte inedite. Che si vuole di più dalla vita, a parte un bel "bicérin" d'amaro da accompagnare alla lettura davanti a un bel camino acceso? E' NOTEVOLE IL FATTO CHE NESSUNO ABBIA PARLATO DI QUESTO LIBRO. MAI. Eppure sui giornali recensiscono roba strasentita, roba già vista, tutte le possibili lagne dell'italico lirismo unicamente centrato sull'autocampatimento di frotte di sedicenti poeti. Misteri del giornalismo (giornalismo?) culturale (culturale?) italiano. Una sola, finale raccomandazione: ordinatelo qui, e leggetelo!

Bellissime poesie. Da leggere.