La lunga siccità

poche parole basterebbero per uno scrittore come Cynan Jones. nei suoi romanzi brevi, asciutti, intimi, minimalisti ma non troppo, non c'è mai niente fuori posto, mai neanche una singola virgola. la lunga siccità è la storia di una famiglia che abita una fattoria. una famiglia con i suoi silenzi, i suoi problemi, i non detti estremi che pesano come macigni ma non appaiono in superficie. uno spaccato di vita quotidiana, diapositive che si susseguono come in un album di fotografie. Gareth (il padre di famiglia) si sveglia una mattina e si accorge che una delle mucche è sparita, così va a cercarla. e la moglie che non si sente abbastanza desiderata e ha problemi con il proprio corpo. il figlio adolescente che vorrebbe vivere altrove, non in fattoria. la figlia piccola che ha un amico immaginario e ama troppo i funghi. e tutti attendono con ansia la pioggia, che lavi via tutto e disseti le piante. i personaggi di Jones sono sempre solo accennati eppure ci sembra di conoscerli così bene. potrebbero essere chiunque di noi. chiunque. sconosciuti o vicini di casa, amici o nemici. ogni dettaglio è sbiadito e nitido. alcuni così dolorosi, altri più leggeri. una drammaticità velata, una scrittura, unica, viva, viscerale. grande traduzione di quello che è uno scrittore eccezionale.

Merita davvero una lettura. Se avete mezza giornata di tempo e siete nelle condizioni fisiche ed emotive adatte (ovvero non in gravidanza, non in ansia) leggetelo d'un fiato. E' puro realismo. Il carattere dei personaggi e il dramma famigliare affiorano lentamente, con tratti precisi e chiari in modo coinvolgente, come figure in un quadro impressionista che prendono forma man mano che ci si allontana. Poetico e tuttl'altro che scarno. La ricerca per la parola precisa e pregnante rende viva e concreta ogni descrizione, da quella di un paesaggio a quella di un'emozione.