L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro di un abruzzese che cerca l'abruzzese rimasto o sempre vivo in Flaiano, attraverso tre interviste a persone che hanno conosciuto o scritto su Flaiano e poco altro. Si indicano i pregi e i difetti abruzzesi (troppo lunga la lista per entrambi). Flaiano, liberale illuminista, giammai qualunquista, piuttosto uno scettico non voleva essere compreso ("il peggio che possa capitare a un genio è di essere compreso") antiretorico e intellettualmente indipendente, ribadisce la sua esistenziale "filosofia del rifiuto" che non rincorre il carro dei vincitori, dando voce ai perdenti, ai silenziosi, piuttosto che vendersi per il successo. Ma Egli, eclettico, innovatore nelle regole e di nomi (Vitelloni, Paparazzi, Panocchia) utilizzati nel suo lavoro cinematografico. Flaiano fonde noia di vivere e ironia, nella felicità dei nonsense e degli aforismi, nelle elegani satire e nelle batture dissacranti di "una realtà che ha superato ogni fantasia". Il libro ricerca i ricordi e i "trascinamenti" abruzzesi in Flaiano che confessa la sua dimenticanza di luoghi ma non abiura la sua radice, anzi la rivendica come "gente rimasta di confine (a quale stato o nazione? O, forse, a quale tempo?) con una sola morale: il lavoro" e "L'abruzzese è rimasto cristiano, non è diventato mai cattolico (..) cioè è rimasto attaccato a un sentimento della vita molto felice, cristiano". "Scrivo da abruzzese. Ciò che io capisco del mondo, lo capisco da abruzzese" perchè Roma fa perdere l'innocenza,insegna che "il mondo è fatto di un certo lasciandare, di un certo cinismo" e "insegna a resistere, a vivere. Ti accoglie, puoi giudicare meglio quello che fai, perchè i rapporti, i punti che (..) i punti trigonometrici sono giusti. Questo ha di buono Roma".
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore