Ludwig van Beethoven. Una nuova interpretazione della vita e delle opere

"Odi profanum vulgus et arceo" (Ho in odio la turba dei profani e la tengo lontana). La celebre divisa oraziana potrebbe adattarsi benissimo per caratterizzare questa monografia scritta per pochi eletti, a causa del suo linguaggio compiaciutamente criptico. Peccato, perché la revisione che compie Zignani dei luoghi comuni oleografici sulla personalità del cosiddetto "Titano di Bonn" merita grande interesse. Ancor peggio, dopo la sezione biografica, quella dedicata all'analisi delle opere. Infatti si tratta piuttosto di un'analisi della sintassi compositiva di Beethoven che presuppone già la conoscenza delle singole composizioni, di cui vengono messi a fuoco singoli movimenti. Il risultato è un libro esoterico, per la parte musicale addirittura un esempio di esercitazioni da seminario di conservatorio. Disturbano ripetuti errori tipografici (se è tale il ricorso ad un preteso originale tedesco "Lebevoll" - che vuol dire" pieno di vita" - anziché "Lebewohl - per esprimere l'italiano "addio", con riferimento alla celebre sonata op. 81a).