Lover

Pittore, fumettista, fotografo, scrittore, illustratore: Marcello Jori sfugge a ogni facile definizione. Tra i fumettisti del gruppo Valvoline formatosi a Bologna nei primissimi anni ottanta, Jori era già allora il pittore, l'artista con la A maiuscola. Scoperto da Francesca Alinovi era stato presentato nella New York di Keith Haring e Andy Warhol come una giovane promessa italiana. Da lì era approdato su "Linus" e "Alter" dove ha pubblicato diverse storie con stili grafici diversissimi. Su "Linus" il truculento e primario feto Carletto che squarta ventri femminili per tornare a casa e su "Alter" Lover, un audace e raffinatissimo bianco e nero tutto d'acqua e di ombra. La storia di un amante mostruoso che rifugge il mondo contadino da cui proviene e cerca geometriche visioni tra le gambe delle donne. Marko Caro, il gelido protagonista, è la grafica incarnazione dell'amante senza cuore che rifiuta lavoro e denaro per giungere a dissolversi in un mondo surreale di pure pulsioni e infine esplodere nella "fusione calda dell'amplesso nucleare". Lover, dal punto di vista di un lettore di fumetti, è al tempo stesso folgorante e deludente. Colpisce innanzi tutto l'ampia forbice tra l'assoluta maturità pittorica e la fragilità di una struttura narrativa mai pienamente compiuta. Questo divario era del resto tipico del post moderno nascente all'italiana e del gruppo dei valvolinici in particolare. Troppo presi a realizzare su carta i loro lucenti paradossi pittorici non riuscivano a plasmare storie e parole con la stessa straordinaria abilità. Non più solo fumetto e non ancora graphic novel, un momento irripetibile di luminosa trasformazione   Chiara Bongiovanni