Lost Songs Live at Abbazia di Rosazzo

Qui abbiamo un duo che mette in evidenza proprio quanto sia inevitabilmente sterile qualsiasi tentativo di spiegare a parole il rapporto alchemico tra musicisti. Si tratta di una conversazione? Qualche volta è così. Proprio in apertura, Casagrande propone uno spunto semplice, profondo, prima che intervenga Bearzatti per esporne una propria versione più intensa e definita. In altri passaggi di questi brani, tutti firmati dal sassofonista, si ritrovano elementi della danza, perfino in assenza di esplicite ritmiche da ballo. Talvolta si avverte un’eleganza quasi matematica nel modo in cui gli elementi sono legati tra loro. Una considerazione, la mia, che non ha un intento denigratorio: la matematica è infatti la più elegante di tutte le arti. L’unica conclusione logica è che queste “canzoni perdute” (come è successo che si siano perdute? In che modo sono state ritrovate? O si tratta semplicemente di un’altra metafora per definire la loro atmosfera deliziosamente assorta?)non si prestano ad essere analizzate. Devono essere semplicemente ascoltate ed è sorprendente come una musica così pacatamente discreta riesca ad essere anche così incisiva.