Lorna Mott torna a casa

La storia, come ama fare questa eccellente scrittrice, sottolinea le differenze culturali fra Europa- Francia e Usa. Leggerezza, arguzia, osservazione lucida della società. Un piacere leggere.

Ambientato tra San Francisco e Pont-les-Puits, piccola località francese, “Lorna Mott torna a casa”, recentemente pubblicato dalla casa editrice Atlantide edizioni , ci accompagna nella bizzosa e confusionaria famiglia allargata Mott dove ogni singolo personaggio ha qualche problema irrisolto. Lorna, desiderosa di allontanarsi dal suo secondo ex marito, approda nuovamente in America, desiderosa di riprendere la sua vita accademica. Ad attenderla però c’è una grossa crisi economica e una carriera ormai finita, inoltre i suoi tre figli avuti dal primo marito sono in difficoltà e necessitano di un supporto morale ed economico. Anche la città stessa è cambiata, è impossibile trovare un appartamento economico e decente ed è pericoloso avventurarsi in determinate zone. Tra gravidanze indesiderate, incontri fortuiti e arazzi apocalittici, Lorna si destreggia nel tentativo di salvare i figli e di poter vivere un’esistenza soddisfacente anche senza l’affascinante Armand-Loup Dumas, suo compagno di vita per oltre vent’anni. Con uno stile scorrevole e semplice, Diane Johnson ci accompagna in un romanzo capace di coinvolgerci nelle sue riflessioni sul concetto di “sentirsi a casa” e di deliziarci con i suoi bizzarri personaggi.

Uno dei libri più brutti che io abbia mai letto, privo di sensibilità al punto che non sembra neanche uscito nel 2022, scritto come fosse un elenco di cose che succedono: questo, e poi questo, dopo questo. Nessun carattere, nessun senso. Risparmiatevelo.