Lontano padre

Ecco un altro di quegli autori italiani che sanno scrivere ma, chissà perchè, compaiono sugli scaffali infinitamente meno di altri personaggi che invadono il mercato con pseudogialli di banalità disarmente, o assurde storie d'amore fra adolescenti cretini di nome Titty, Molly, Lolly, Sissi, Cicci, Stefy, Bibi e via delirando. In questa storia, come in tutti i romanzi che non sono dei capolavori, si alternano momenti felici a cadute di tono, tuttavia la trama c'è, prende, lo stile è scorrevole, stona solo qualche refuso editoriale. Sono anch'io padre e mi sono sentito coinvolto da questa favola drammatica su più generazioni, da un lato rabbrividendo all'idea di quanto possono essere crudeli la vita e il destino (specie per un genitore), dall'altro trovandomi stimolato a riflettere su quella cosa meravigliosa che è, è stato e sarà il rapporto fra mia figlia e me. Bè, per essere un romanzo d'un autore esordiente, direi che ha già ottenuto un ottimo risultato! Quanto allo sfogo iniziale, ebbene la risposta alla mia domanda ce l'ho: autori così sono infinitamente meno venduti rispetto a quegli altri per lo stesso motivo per il quale ci meritiamo la classe politica che abbiamo, o per il fatto che... non facciamo pipì dalle orecchie. Pazienza, vediamo di sopravvivere lo stesso, pur continuando a fare pipì come sempre...

E' il suo primo romanzo. Complimenti, davvero un bel libro. Di quelli che ti fanno fare le due di notte perché non riesci a mollarlo e poi te ne penti perché lo hai già finito.