Livio Paladin. Appunti riflessioni ricordi di un allievo

Un altro bel libro di Bertolissi di appunti, riflessioni e ricordi sul Maestro Livio Paladin, studioso prima che professore universitario e pure grande giudice costituzionale. Un laico sobrio, elegante, serio, affidabile, coerente, imparziale e...alfine solitario anche nell'accademia, come pure nella vita politica e mondana. L'A. nel ricostruire "la fiducia, la stima, l'amicizia, l'affetto e il legame" provati per il Maestro, che non sono un a priori, ma determinate dai fatti, testimonia del "bene" della persona e di molti altri, perlopiù noti studiosi del diritto (e non solo) che hanno accompagnato dal 1968 fino al 2000 le vicende che riguardano non solo Paladin, ma (in un modo o nell'altro) noi tutti. Non mancano riflessioni e suggestioni forti sugli oggetti di studio, soprattutto la Carta costituzionale e la sua attuazione; i suoi padri e le discussioni nella Costituente che esprimevano (almeno rispetto ai molti scarsi politici di questi anni) valori, spessore scientifico, afflato umano e religioso nelle preoccupazioni per mettere ordine (parola da scavare) in un Paese da rifondare. Tutto ciò, sempre nel confronto, sempre in modo argomentato e altamente culturale. Ecco che questi doti potrebbero ancora salvare l'Italia dal decadimento in corso essendo (o almeno dovendo essere) "votati alla tutela effettiva ei valori costituzionali essenziali". Conclude l'A. "ci vorrebbero dei Piero Gobetti e dei Leone Ginzburg!". Un libro chiaro, con moltissimi riferimenti a persone, dottrine, fatti , non senza far trapelare la forte passione (e combattività) dell'A. in uno scritto costellato di nostalgie e meditazioni quotidiane, se non addirittura "eterne", provocate da istanti, che si uniscono in un senso da una persona che si interroga, macerandosi, abbeverandosi al proprio "Credo" (non a caso si cita, più volte, il libro "che cosa credo" di J.Guitton) e ai valori che lo accompagnano, lo sostengono nel cammino paolino, se non, addirittura, lo.... salvano!