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I limiti penali dell'uso della forza pubblica: una indagine di parte generale - Gianfranco Martiello - copertina
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I limiti penali dell'uso della forza pubblica: una indagine di parte generale - Gianfranco Martiello - copertina

Descrizione


Qual è il punto di equilibrio tra esercizio dell’Autorità e rispetto della Libertà che essa concorre a definire?

I tragici episodi di cronaca che, negli ultimi anni, raccontano del cruento uso della forza da parte dell'apparato di pubblica sicurezza hanno suscitato apprensione e un vasto dibattito anzitutto in seno alla società ma anche tra i giuristi, chiamati nuovamente a riflettere sull'annoso problema della individuazione dei limiti che l'utilizzo della coazione pubblica incontra di fronte ai diritti fondamentali dell'individuo. Il presente volume intende fornire un contributo a tale dibattito dal versante penalistico, prendendo a filo conduttore l'art. 53 c.p., il riferimento al quale si impone sia perché tale disposizione ha più volte fornito l'occasio per riflettere più ampiamente sul variabile punto di equilibrio tra esercizio dell'autorità e rispetto della libertà che essa concorre a definire, sia perché il quadro di sistema nel quale essa oggi opera ne autorizza una lettura distaccata dalle originarie matrici autoritarie e in grado di valorizzarne anche la funzione di limite all'agire violento del pubblico ufficiale. In specie, la ricerca intende evidenziare anzitutto quali siano i soggetti pubblici titolari del potere di utilizzare la forza, le situazioni di fatto al cui ricorrere essi ne possono fare uso, nonché le modalità con le quali l'utilizzo dei più comuni mezzi di coazione fisica deve avvenire. Verranno quindi esplorati i presupposti politici e normativi che sovraintendono all'uso della forza pubblica, e ciò sia nella prospettiva storica e comparatistica, sia in quella normativa attuale, muovendo anzitutto dalle coordinate di principio fissate dalla Costituzione e dalla CEDU. Seguirà quindi l'analisi del contenuto dei limiti di «necessità» e di «proporzione» che contribuiscono alla definizione sostanziale dell'ambito di liceità dell'agire violento del pubblico ufficiale, mentre nella parte finale della ricerca si cercherà di tirare le fila dell'intero discorso, che si arricchirà di alcune proposte ricostruttive.
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Dettagli

2019
22 ottobre 2019
Libro universitario
277 p., Brossura
9788846756282
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Indice

Premessa
Ragioni e delimitazione della ricerca

Capitolo I
I limiti statici e situazionali all’utilizzo della forza pubblica
1. La disciplina dell’uso della forza pubblica come baricentro dell’equilibrio tra Autorità e Libertà: ambito della trattazione
2. Il profilo “statico” della legittimazione alla coazione pubblica: i soggetti autorizzati a farne uso ed i compiti di istituto che possono richiederne l’impiegov 2.1. L’attività di polizia e le sue fondamentali partizioni
2.2. Il potere di «coazione diretta» come attribuzione tipica connessa all’esercizio dell’attività di polizia: alcune distinzioni
3. Il profilo “dinamico-situazionale” del ricorso alla violenza pubblica
3.1. La violenza da respingere
3.2. La resistenza da vincere
3.3. L’impedire comunque la consumazione di determinati delitti
4. I limiti statici e situazionali all’uso della forza pubblica: un primo riepilogo

Capitolo II
I limiti modali nell’uso degli strumenti di coazione fisica
1. Le «armi» e gli «altri mezzi di coazione fisica»: una prima delimitazione categoriale
2. Il piano dell’indagine: le regole operative per l’impiego di alcuni tipici strumenti individuali di coazione fisica
3. Lo «Use of Force Continuum» ed il ricorso all’arma da fuoco
4. Le moderne «Less Than Lethal Weapons» a disposizione della Forza pubblica: la pistola «Taser» e lo «spray O.C.»
4.1. L’ingresso di tali strumenti di coazione fisica nell’ordinamento italiano
4.2. I rischi per la salute umana e le regole prudenziali per il loro impiego
5. Gli strumenti da impatto
6. La procedura di ammanettamento ed il pericolo di morte da asfissia posturale

Capitolo III
I modelli codicistici di disciplina dell’uso pubblico della forza: uno sguardo storico-comparatistico
1. Oggetto dell’indagine

Sezione I. Il modello liberale del codice Zanardelli
2. Diritti dell’individuo e limiti del potere pubblico nell’ideale del liberalismo: minime coordinate teoriche
2.1. La pratica attuazione dei principî, ossia del così detto “autoritarismo liberale”
2.2. Le attribuzioni e le guarentigie del pubblico ufficiale nel modello napoleonico ed i temperamenti degli artt. 192 e 199 del codice Zanardelli
2.3. Il riferimento all’«eccesso» nell’esercizio della «forza pubblica» nei codici piemontesi
2.4. Il trattamento penale del ricorso alla violenza da parte degli agenti della pubblica forza nel codice Zanardelli
2.5. (Segue) L’uso della violenza pubblica tra adempimento della legge e necessità di difendersi del pubblico ufficiale
2.6. (Segue) La «necessità di respingere da sé o da altri una violenza attuale e ingiusta»
2.7. (Segue) Il ridotto ruolo della provocazione

Sezione II. Il modello tedesco
3. La disciplina dello «Schusswaffengebrauch der Polizei»: uno sguardo d’insieme
3.1. L’uso dell’arma da fuoco nel «Verwaltungsrecht»: note sistematiche
3.2. (Segue) La disciplina amministrativa dell’uso dell’arma da fuoco
3.3. La dimensione penalistica del tema ed i problemi di perimetrazione verso il «Polizeirecht»

Sezione III. Il modello originario del codice Rocco
4. La “rivoluzione” fascista ed il rapporto Stato-individuo: il pensiero politico di Alfredo Rocco
4.1. La tutela penale codicistica del pubblico ufficiale di fronte al cittadino
4.2. L’inserimento dell’art. 53 c.p. nel sistema di giustificazione penalistica dell’uso della forza pubblica
4.3. La così detta “garanzia amministrativa” dell’art. 16 c.p.p. abr.
5. Un primo tentativo di sintesi

Capitolo IV
L’uso della forza pubblica nella cornice delle odierne norme apicali
1. Libertà ed Autorità nel quadro delle norme di vertice dell’ordinamento giuridico: l’oggetto dell’indagine
2. La posizione dell’individuo nella Carta costituzionale: tra diritti, doveri, libertà e limiti
2.1. L’approccio della dottrina penalistica al rapporto Stato-individuo: il pensiero di Ferrando Mantovani
2.2. «Diritti inviolabili» dell’uomo e prerogative dello Stato democratico: la necessità di una lettura storicamente orientata del loro rapporto
2.3. Il collegamento tra «diritti inviolabili» e «doveri inderogabili»: in specie, gli obblighi solidaristici previsti dall’art. 53, comma 1, Cost.
2.4. Sicurezza ed ordine pubblico nella Costituzione: rilievi preliminari
2.5. (Segue) Sicurezza ed ordine pubblico come limiti alle libertà della persona
3. L’uso della forza pubblica come atto amministrativo esecutorio: le direttive di principio
3.1. Potere di coazione diretta ed «esecutorietà» degli atti di polizia
3.2. I principî di riferimento dell’azione di polizia alla luce del diritto amministrativo costituzionalmente orientato
3.3. (Segue) La responsabilità diretta dell’agente pubblico e la vicenda della garanzia amministrativa
4. Uso della forza pubblica e diritto alla vita nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo
4.1. L’art. 2 CEDU e l’obbligo di «adeguatezza» della disciplina nazionale in materia di uso della forza pubblica con effetti potenzialmente letali
4.2. Il legittimo ricorso alla forza mortale: il paragrafo secondo dell’art. 2 CEDU ed il limite della «assoluta necessità»
4.3. Le potenziali ricadute dei desiderata convenzionali sull’art. 53 c.p.: cenni alle opinioni sorte in dottrina

Capitolo V
La giustificazione dell’uso della forza pubblica: i limiti sistemici
1. Limiti «statici», limiti «situazionali», limiti «modali» e limiti «sistemici» all’uso della forza pubblica
2. La «necessità» di ricorrere alla forza nell’esercizio della pubblica funzione
3. L’uso «proporzionato» della forza pubblica
3.1. La progressiva emersione della proporzionalità quale limite assiologico effettivo all’uso della forza pubblica
3.2. Dalla «proporzione» al «giudizio di proporzione»: i problematici oggetti da porre in bilanciamento
3.3. (Segue) L’irriducibile fluidità della “regola di prevalenza” tra gli interessi
4. Una problematica e provvisoria chiusa

Per concludere
Bibliografia

Conosci l'autore

Gianfranco Martiello è avvocato e ricercatore confermato in discipline penalistiche presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze, dove insegna diritto penale I e II nell’ambito del Corso di studi in «Scienze giuridiche della sicurezza».

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