Libro del gigante Morante

Il volume curato da Gianandrea de Antonellis è interessante per due aspetti diversi: dal punto di vista “localistico” perché ripropone un testo poetico – se non l’unico, almeno il più importante – che si ambienta a Benevento e nel Sannio, zona centrale dal punto di vista geografico, ma non da quello letterario. Da un altro punto di vista, nel saggio introduttivo vengono analizzate le motivazioni che hanno portato alla stesura di questo poema popolare e viene sottolineata la funzione “psicologica” di supporto alla lotta antimusulmana. Scritto a ridosso della strage di Otranto (1480) spinge a non demonizzare l’avversario, ma ne sottolinea i difetti di religiosità (vengono posti in evidenza gli elementi “pagani” dell’islamismo) e di coraggio (i “saracini” combattono soltanto se in stragrande superiorità numerica ed anche in quel caso solitamente soccombono ai paladini). Il testo, filologicamente curato, è molto divertente e perfettamente rappresentativo della cultura popolare cinquecentesca, come ben rileva il medioevista Alessandro Barbero nella sua postfazione.