Il libro del Cielo e dell'Inferno

Libro ostico, questa silloge. Ho avuto enormi difficoltà nel portarlo a termine, lo ammetto, soprattutto perché l'ho letto in estate. In estate ci vorrebbero probabilmente letture un po' più rilassanti, ma tant'è. Anche ciò fa parte del mio masochismo intellettuale. Nel "Libro del cielo e dell'inferno", Borges e Bioy Casares raccolsero, in modo alquanto disordinato, devo dire, frammenti di testi sacri, resoconti di mistici visionari, figurazioni poetiche di scrittori, speculazioni di filosofi e teologi, ogni cosa al fine di cristallizzare tutte quelle immagini, miscelando vecchio e nuovo, credenze e diffidenze, complessità e sarcasmo, che gli uomini si sono fatte dei paradisi e degli inferni, ulteriori universi quindi dove ai morti sono destinate ricompense e pene... Lettura sicuramente non rilassante, ma, nonostante ciò, la consiglio ugualmente!

Ho commesso il mio solito errore con libri di questo tipo, cioè leggerlo tutto d'un fiato. Invece, da questo prezioso scrigno di citazioni bisogna estrarre i gioielli uno per volta, esaminarli e godere del loro splendore. Alcuni di essi sono falsi, perfette imitazioni apocrife e immaginifiche che la mente poliedrica di Borges sa cesellare con la perfezione del vero. Come succede spesso scorrendo tra le pagine del visionario scrittore argentino, si perde l'orientamento inerpicandosi nei molteplici labirinti che sa tracciare con le parole. Ci si trova in mondi paralleli dove il vero e il falso si sovrappongono, ed in egual misura ci colpiscono con la loro stupefacente e originale vitalità; non si può più uscirne una volta entrati, devo ammettere che la ragnatela della sete di conoscenza tessuta dal vecchio cieco mi ha catturato anche stavolta. Consiglio!