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Liberami dal tempo e altre poesie - Walter Benjamin - copertina
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Liberami dal tempo e altre poesie - Walter Benjamin - copertina

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Venticinque poesie scelte dai 'Sonetti' dedicati al giovane amico poeta Christoph Fredrich Heinle morto suicida nell'agosto 1914 all'inizio della prima guerra mondiale.
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Dettagli

2011
26 novembre 2011
35 p., Brossura
9788862260527

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alida airaghi
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Questa selezione di 25 sonetti di Walter Benjamin fa parte dell'unica opera poetica del filosofo tedesco, composta tra il 1915 e il 1925, e rimasta manoscritta fino al 1981, per essere pubblicata poi in Italia da Einaudi. L'editrice pistoiese Via del Vento la propone nella nuova traduzione e cura di Claudia Ciardi, che così la commenta nella postfazione: "La forza lirica di Benjamin, lettore di Hoelderlin e Rilke, vi si esprime in maniera originale, pur nell'ambito della tradizione del sonetto europeo". Si tratta di liriche composte in ricordo dell'amico poeta Christoph Friedrich Heinle, morto suicida nel 1914: una sorta di viaggio sensuale e romantico, rigorosamente inscritto nei canoni della classicità, teso al recupero di una figura amata, e immerso nelle ombre di una natura lussureggiante e partecipe, palpitante dello struggimento che deriva da qualsiasi separazione, e dal vuoto doloroso di un'assenza. Benjamin supplica l'amico in un dialogo sospeso nell'attesa di una risposta che non può più arrivare, rivolgendosi a lui con un tu implorante: "Se avessi divinato il tempo del tuo morire al mondo/ la natura avanti a te nella fine sarebbe precipitata", "se in me soltanto il tuo nome consacrato/ innalzi come amen sconfinato senza icona", "sul bordo del cammino siede/ la morte al posto tuo e io nel bosco sono/ più smarrito di un cespuglio e di un albero nella notte", "Amico mio, fu tolto a me il tuo esserci,/ ti bramo come il dormiente la corona/ tra i capelli, cercandoti nelle ore scure". L'ombra, la notte, l'angoscia della solitudine invadono l'atmosfera onirica di questi versi, sulle orme di Novalis, di Baudelaire, di Trakl: rari i raggi di sole, le radure chiare, l'aria mattutina a cui chiedere conforto e refrigerio: "Come può rallegrarmi l'irradiarsi di questo giorno/ se con me non entri nei boschi..." Ma proprio e solo nell'immersione nella natura Benjamin cerca di trovare, nella più pura delle tradizioni letterarie, conforto e rispondenza al suo dolore.

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Walter Benjamin

1892, Charlottenburg (Berlino)

Filosofo e critico letterario tedesco di origine ebraica. Studiò a Berlino, Friburgo e Monaco e si laureò a Berna (1918) con una importante dissertazione sul Concetto di critica d’arte nel romanticismo tedesco (Der Begriff der Kunstkritik in der deutschen Romantik). Risale agli anni della giovinezza l’amicizia con G. Scholem, studioso della mistica ebraica, e con il filosofo E. Bloch. Tra il ’23 e il ’25 lavorò a un libro sul Dramma barocco tedesco (Ursprung des deutschen Trauerspiels), con il quale sperava di ottenere la libera docenza all’università di Francoforte; ma l’opera, che dietro la metafora dell’arte barocca cela un’audace applicazione del metodo dialettico all’arte moderna e alle sue categorie, prima...

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