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Anno edizione: 2011
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"Lezioni di calligrafia" è il titolo di un racconto,breve ma intenso, che precede il ben più ampio romanzo "Memorie di Larionov", storia della vita di un possidente che vive la nascita dell'idea di una libera democrazia che possa ispirare e governare il popolo, forse possibile anche in un Paese coma la Russia fortemente arretrato rispetto all'Europa - siamo nella prima metà del XIX secolo. Il narratore propone un ritratto lucido e spietato della Russia, abitata da un popolo impreparato, svogliato, spesso ubriaco, corrotto ed egoista, dove l'idea che l'"interesse" possa avere natura collettiva è addirittura azzardata. Manca cultura e organizzazione, iniziativa e forza di volontà, anche se la sola formulazione di questi giudizi all'epoca è fonte di accusa di eversione, in uno scenario imperialista e accentratore. Fanno da sfondo a tutto il romanzo i dettagli delle conseguenze sulla salute ma anche sui pensieri e sulla cultura di un clima (meteo) rigido, umido, inospitale, spesso disumano, che ha saputo forgiare anche la scrittura delle memorie, estremamente asciutta, poco lirica, per nulla poetica. Non è facile poi districarsi fra i difficili nomi russi (pericolo di cui avverte nelle note l'editore), spesso "storpiati" dai diminutivi. Due passaggi che di seguito annoto, il primo nel racconto il secondo nel romanzo, da me particolarmente apprezzati: ".... perdere la ragione è privilegio dei beati, il premio per gli eletti, ma noi tutti siam puniti per qualche cosa. _E non c'è nessuno a cui chiedere per cosa....." "Va poi detto che l'educazione contribuisce soltanto alla perversione. Infatti i professori insegnano solo le proprie ossessioni:articoli, date, formule e altre assurdità che non ricorderai, e intanto sono gli adolescenti più grandi, allampanati e con una disgustosa peluria sul mento brufoloso che, mentre fumano nei vicoli tabacco di pessima qualità, ti insegnano a vivere."
Recensioni
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