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Il letto vuoto - Alberto Bertoni - copertina
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Il letto vuoto - Alberto Bertoni - copertina

Descrizione


Il nuovo libro di poesie di Alberto Bertoni, il settimo di una storia compositiva cominciata negli anni Ottanta (e il secondo pubblicato da Aragno, a nove anni di distanza da "Le cose dopo"), prende le mosse dall'esperienza diretta degli anni di demenza vissuti dalla madre dell'io narrante. Ma poi si allarga ad altri, meno chiusi, orizzonti, attraverso i modi del viaggio nel tempo e nello spazio, aggiungendo alla voce poetica propria dell'autore, che riconosce i suoi modelli di scrittura nelle opere in versi di Sereni, di Giudici, di Bevilacqua e di Cucchi, un approdo nuovo alla scrittura in prosa: vero e proprio contrappunto ai testi più tradizionali.
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Dettagli

2012
1 gennaio 2012
9788884195494

Valutazioni e recensioni

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alida airaghi
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C'è un'ambivalenza che percorre tutte la pagine di questo volume di versi di Alberto Bertoni, un continuo oscillare tra aspetti opposti del reale: dall'ambiente domestico più conosciuto, e protettivo, e affettuosamente intenerito (la Modena natale, i campi, il gioco delle bocce, i "poveri gatti tristi") ai viaggi all'estero (New York, Scozia...); dalla gente umile, di scarse ambizioni ma di solide verità che animava la sua infanzia (le robuste pulizie delle sorelle Barbolini, gli amici del nonno), alle conferenze universitarie e alla frequentazione di signore raffinate, fino agli omaggi riservati ai protagonisti culturali contemporanei (Delfini, Giudici, Bevilacqua, Guccini). Le poesie hanno cadenze serenamente e malinconicamente narrative, più propense alla descrizione nostalgica che allo scandaglio introspettivo o alla meditazione: inframmezzate da prose tese a illustrare con uno stile piano e discreto memorie personali (il gioco del calcio o la passione per i cavalli), incubi o località che hanno lasciato un segno nell'animo del poeta, e non sembrano servire da contrappunto razionale ai versi, ma semmai valgono a prolungarne l'aura poetica. Che vibra maggiormente -senza tuttavia raggiungere l'incandescenza emotiva che il Bertoni eccellente critico letterario auspica in chi scriva poesia- quando l'autore si commuove sugli affetti più cari, come la demenza senile dei genitori e la loro morte ("Nel supremo trapasso/ avrà riso mia madre del fatto/ che non sono stato al suo fianco") o quando traccia di se stesso un'immagine rassegnata e delusa ("Forse sono io quell'uomo/ rannicchiato in un'auto uguale/ che scruta il mio stesso giornale/ di programmi e risultati/ senza un ricordo di cui essere geloso/ lo scatto di trotto sbilenco// questo cuore a riposo"; "Solo adesso/ misuro il mio tempo/ adesso che mi penso/ mentre sto fermo...").

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Alberto Bertoni

Alberto Bertoni (Modena 1955) è un poeta e saggista italiano e insegna Letteratura italiana contemporanea e Prosa del Novecento all’Università di Bologna. Oltre a numerosi saggi e volumi di argomento novecentesco, è autore – sul versante poetico – dei volumi: Lettere stagionali (1996, con una nota di Giovanni Giudici); Tatì (1999); Il catalogo è questo. Poesie 1978-2000 (2000); Ho visto perdere Varenne (2006); Ricordi di Alzheimer (2008, 2012, 2016, accompagnate da una poesia in versi pavanesi di Francesco Guccini e da una nota critica di Milo De Angelis); Traversate (2014, prefazione di Paolo Valesio). Si ricordano inoltre Le cose dopo (2003), Il letto vuoto (2012) e Poesie 1980-2014 (2018), pubblicati da Aragno.

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