Lettere alla fidanzata

Devo rettificare drasticamente il giudizio di Anna, da ritenersi sorprendente ed inaccettabile. L'epistolario di Kleist, oltre ad essere uno dei più belli della letteratura mondiale, è di fondamentale interesse per ricostruire e definire la personalità del suo autore. Le lettere alla fidanzata (1800-1802), poi, sono decisamente le più importanti al fine di tratteggiare la cosiddetta "crisi kantiana" che segnò in modo radicale la sua vita e la sua poetica (su ciò, Cassirer ha scritto pagine definitive). Per quanto riguarda la versione, è sicuramente la migliore che si potrebbe auspicare, dacché frutto dell'impeccabile lavoro del traduttore dal tedesco forse più grande che l'Italia abbia avuto. L'unica pecca del volume consiste nel fatto che si tratta di una pubblicazione parziale: Ervino Pocar aveva tradotto per Vallecchi nel 1962 l'intero epistolario, e, quantunque, come già rilevato, le lettere a Wilhelmine von Zenge siano le più importanti, molte delle altre non sono da meno, come quelle alla sorella Ulrike o come quelle formidabili del 28 e 29 luglio 1801 ad Adolphine von Werdek. In definitiva, un libro da avere assolutamente, ove non si disponga della precedente edizione integrale, ormai purtroppo reperibile solo presso antiquari.

In questi casi do sempre colpa alla traduzione ma c'è davvero da chiedersi che cosa aggiunga, questa raccolta, alla personalità dell'autore, o alla sua produzione letteraria