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Lettere a una gentile signora - Carlo Emilio Gadda - copertina
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Lettere a una gentile signora - Carlo Emilio Gadda - copertina
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Descrizione


In-8° (cm. 22,4 x 14,5), pp. 227. Leg. post. verde acqua, tit. rosso impresso al dorso. Fotografia in b/n dell'A. all'antiporta. Tagli e pagine ingialliti dal tempo. Internamente condizioni molto buone..
"Cara e Gentile Signora": così comincia la prima lettera di questo epistolario, scritta il 21 settembre 1935. "Cara, gentile Signora Lucia": questo è l'inizio dell'ultima, scritta ventinove anni dopo. Durante tale periodo, ricco di creazioni e di angosce nella vita di Gadda, la consuetudine epistolare accompagnò i rapporti fra lo scrittore e Lucia Rodocanachi, la "Gentile Signora", mantenendoli a una distanza che per essere giusta doveva essere notevole. Gadda e la Rodocanachi si conobbero alle "Giubbe Rosse", presentati da Montale. Lei era una donna appassionata di letteratura: per anni ricevette amici scrittori nella sua casa di Arenzano, e con loro collaborava spesso come traduttrice. Gadda era attratto dalla "gentilezza" di questa amica, ma la sua invincibile ipocondria lo irretiva in un rapporto dove la deprecazione di se stesso, le scuse e i sensi di colpa trionfavano. Eppure, proprio attraverso tale rete di autoaccuse lievemente maniacali traspare in queste pagine la vita di Gadda, nelle sue delicate oscillazioni: faticosa, ombrosa, tanto più scrupolosa di rispettare le forme quanto più in essa si accumulava una temibile carica di violenza. Nel rapporto fra la "Gentile" Signora e la "gentilezza" di Gadda, qui scandagliata in un saggio di Giuseppe Pontiggia, si celano trappole e inganni che fanno riconoscere in Gadda uno "dei grandi roditori del mondo borghese", che "se ne nutre mentre continua a scavarlo e cerca di non essere coinvolto nei cedimenti che provoca".
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Dettagli

1983
227 p.
  • Prodotto usato
  • Condizioni: Usato - In buone condizioni
2560034378325

Conosci l'autore

Carlo Emilio Gadda è stato uno scrittore italiano. Fece tutti i suoi studi a Milano, fino a quelli di ingegneria. Combattente nella prima guerra mondiale, fu fatto prigioniero e trasse da queste esperienze un Giornale di guerra e di prigionia, pubblicato più tardi (1955). Negli anni Venti svolse la professione di ingegnere, in Italia e all’estero, collaborando nel frattempo alla rivista fiorentina «Solaria», nelle cui edizioni pubblicò gran parte delle sue prime opere narrative: La Madonna dei filosofi (1931) e Il castello di Udine (1934). Da Milano, dov’era tornato a stabilirsi, si trasferì nel 1940 a Firenze, e qui risiedette quasi ininterrottamente fino al 1950. Visse da allora a Roma, dove lavorò per il terzo programma radiofonico...

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