Lessico per un'Italia civile

Il libro è di grande interesse e permette ad ogni tipo di lettore, attento alla realtà sociale e politica del nostro tempo, di formarsi un proprio percorso di lettura, a partire dalle proprie specifiche competenze e delle proprie curiosità, attraverso ben quarantadue "voci" dedicate a termini e a concetti fondamentali, come "Chiesa", "Esercito", "Israele", "Laicità", "Partito", "Populismo", "Produttività", "Regime", "Ricerca", "Silenzio dei teologi", "Università e cultura" ecc. In questa costruzione di percorsi individuali di lettura aiutano le dettagliatissime note - a cura di Piero Venturelli - collocate in appendice a ciascuna delle "voci". Molto interessante è anche l'intervista/conversazione tra l'autore e il curatore del volume: vi si contestualizzano alcune importanti riflessioni svolte da Prodi nelle diverse "voci" e si approfondiscono problematiche solo lambite dall'autore nelle pagine che seguono.

Questo è il primo libro che lo storico dell’Età moderna Paolo Prodi ha scritto dopo aver ottenuto nel giugno 2007 il prestigioso “Alexander von Humboldt Preis” di Berlino, una sorta di Nobel tedesco della cultura e delle arti conferito a studiosi stranieri benemeriti. A mo’ di premessa al volume è collocata una lunga intervista di Piero Venturelli a Prodi, nel corso della quale sono dibattute importanti tematiche di natura religiosa, politica ed etica. Durante questo colloquio, emergono anche i pilastri e una sintesi delle prime conclusioni delle ricerche storiche che Prodi ha attualmente in corso e che riguardano la genesi del "mercato moderno" e il ruolo del settimo comandamento nelle società europee tra basso Medioevo ed Età moderna matura. Del libro sono da apprezzare la lucidità dello “sguardo del tempo lungo” di Prodi e la sua chiarezza espositiva. Un encomio va anche al curatore, Piero Venturelli, per le ampie e numerose note ai testi. Tra le quarantadue “voci” proposte, le più interessanti e ricche di spunti di riflessione ci sembrano le seguenti: "Chiesa", "Dossetti e dossettismo", "Esercito", "Fannulloni", "Laicità", "Partito", "Regime", "Riforma", "Scuola pubblica", "Silenzio dei teologi", "Sindacato", "Tasse", "Università e cultura". Specialmente nelle “voci” indicate, infatti, Prodi porta avanti una serie di “battaglie” culturali - "illuministe, ma non neoilluministe" - di primaria importanza, spaziando da quella finalizzata all’“effettiva attuazione della Carta costituzionale repubblicana” a quella a favore di un discorso teologico libero da vincoli spuri, dalla messa in guardia contro la crescente pervasività della norma positiva nella sfera individuale della coscienza alla necessità di riorganizzare in modo coerente e adatto ai tempi il sistema scolastico e l’università.