Lei gentilmente

Ci vuole abilità: non si possono gestire le storie, importanti o marginali che siano, di ben ventinove personaggi indicati, senza incorrere in sbavature anche macroscopiche. Si pensi poi che a quei tanti nomi vanno aggiunti gli alias (di Luciano Somensali, i numerosi di Maria Bompadre, e altri ancora che non sono per nulla indicati, quasi fossero incidentali, di nessuna importanza, come di Rosalina, di sua sorella Giuseppina, e di Francesco Paolo, giovane corruttore, che aprono la vicenda. Quelle prime pagine mi sono, fra l'altro, piaciute molto. Il personaggio di Rosalina non può essere cancellato dalla mente del lettore. L'infinita tristezza che la sua vicenda trasmette è pari alla pena, alla compassione che la bambina merita tutta intera. Ci vuole abilità, dicevo a guidarle tutte. Ma in questo libro Maristella Santini ha dimostrato, se ce n'era bisogno, di tenere ben salde nelle sue mani le briglie di quella numerosa mandria che corre per una pista battuta dai passi pesanti della Morte. rime (

Non avevo mai letto libri gialli, ma ho cominciato ad appassionarmi al genere grazie alla straordinaria capacità di Maria Santini di portar il lettore dentro gli stati di coscienza dei protagonisti, di immergerci in misteri, rivalità, scandali, con un’espressività di scrittura la cui levità e amenità lasciano tuttavia affiorare la vasta cultura dell’autrice. Il lettore ne resta affascinato.

Tante donne, tante storie, tante vite, un principio lontano, tragico, su tutto "gli anni di piombo": poi, come in un malefico puzzle, i tasselli si sistemano, trovano la loro collocazione, il quadro si completa. Il tragico inizio e gli ulteriori avvenimenti si sciolgono in una serena conclusione.