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(scheda pubblicata per l'edizione del 1984)
scheda di Tomasi, D., L'Indice 1985, n. 2
Scritto negli anni '40 e rimasto inedito durante la vita dell'autore, "La leggenda del figlio del Re Horkham" è un'opera di grande modernità, nella quale si ritrovano echi borgesiani che farebbero felici i più accaniti teorici del postmoderno. Il racconto centrale è chiuso da una cornice, avvincente quanto improbabile, che narra l'avventuroso rinvenimento di "un grosso rotolo di fogli di pergamena, coperti di una scrittura araba fitta e finissima". La leggenda lì raccontata è quella di Selim, figlio del Re Horkham, che viene abbandonato dal padre affinché non cresca fra gli ingannevoli agi del potere, ma possa invece acquisire una reale esperienza di vita. Destino vuole che Selim diventi lo Sceicco Verde, l'acerrimo nemico del padre, e che questi finisca per riconoscere come proprio figlio, e quindi come erede legittimo al trono, il figlio di un modesto armaiolo. Dietro a una storia che ha l'andamento di una favola, e si impone al lettore per il serratissimo e affascinante succedersi degli eventi, si celano temi e inquietudini di grande intensità: dal rapporto fra volontà e destino a quello tra potere e tirannia, sino all'affermazione che l'unica verità autentica è forse quella rappresentata dal dubbio.
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