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Garzia nasce nel 1965. É autore di 3libri di poesia. Leda raccoglie scritti che vanno dal '94 al '02. A tutt'oggi l'autore considera quest'opera la sua più completa e significativa. Passandola in rassegna è evidente che sia così. I testi scorrono sulle corde della memoria, dell'amore, di un individualismo fortemente attratto dall'ebrezza del vivere a dai suoi assurdi e dolorosi risvolti. Dedica il libro al padre (con brevi semplici efficaci parole - tratto stilistico che caratterizza tutto il Libro I, dove sono i testi più recenti). Nella prima parte raccoglie tutti gli elementi geografici e umani utili a delineare l'identità dell'uomo che è autore delle poesie: è una biografia del proprio sentire poetico, che si aggancia alle sue origini mediterranee e proletarie. L'uovo di Leda è il capitolo secondo, ha il sottotitolo di Storia d'Amore in Frammenti e si apre nel segno di Properzio. Sorretto dalla classicità del tema e dei riferimenti Garzia costruisce 1 meraviglioso spaccato di un rapporto amoroso, complesso e maturo. Gli elementi naturali e animali che continuano a comparire non sono segni simbolici da interpretare: insistono sull'identità di Garzia (divisa tra la Liguria e l'Abruzzo), sono il filo che lega la prima alla seconda parte. Di Autoritratto con Divano, terzo capitolo, Alessandro Ceni (poeta toscano d'alta scuola contemporanea) dice: «È la cosa più importante che Garzia abbia scritto, che innalza il valore della raccolta stessa». Si apre di seguito il Libro II. Il "Sognatore, il Pazzo ispirato" di milleriana memoria sembrano subentrare al posto del poeta più misurato che stava nel Libro I. Le poesie vanno dal '94 al '98: il sogno, un ermetismo di luce e ispirato da fantasticherie medievali compongono un arabaesco che cerca di fondere l'armonia poetica, la bellezza estetica, la sfrontata carica sensuale dell'uomo Garzia in un corpo fulmineo e incantato. Chiude la raccolta la poesia La Povertà: commovente e duro commiato di un uomo che ha scelto di vivere l'arte poetica nel segno di Camillo Sbarbaro.
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