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Il leader e il dittatore. Uomini e istituzioni di governo nel «realismo radicale» - Luciano Cavalli - copertina
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Il leader e il dittatore. Uomini e istituzioni di governo nel «realismo radicale» - Luciano Cavalli - copertina

Descrizione


Questo libro tratta della leadership da posizioni monocratiche, privilegiando i regimi democratici e i regimi totalitari del nostro tempo. Nell'ottica del più radicale realismo, sulle orme della maggiore tradizione degli studi socio-politologici e in contrapposizione con le dominanti ideologie. Gli assetti basilari del potere democratico (democrazia con e senza leader) sono messi a confronto. Viene così data evidenza al ruolo positivo del leader di governo propriamente selezionato e istituzionalmente forte. È, in larga parte, ruolo di guida del popolo. Che presuppone la capacità di fargli accettare la propria definizione della realtà e di assumere una pluralità di figure, impersonando i fini e i valori che alle mete comuni devono corrispondere.
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Dettagli

2003
2 settembre 2003
324 p.
9788888800042

Voce della critica

Il leader democratico e il dittatore totalitario, che danno il titolo all'ultimo libro di Luciano Cavalli, lungi dall'essere così distanti, sono in realtà, weberianamente, due facce della stessa medaglia. La partecipazione potenzialmente generale dei cittadini alla vita politica, sancita dal suffragio universale, comporta infatti la personalizzazione della leadership nella forma o della "democrazia con un leader" o della "democrazia totalitaria" (per usare la definizione di Talmon). Tra le due, ovviamente, vi è una differenza sostanziale, che non sfugge all'autore: il leader, a differenza del dittatore, viene eletto e giudicato dal popolo in libere elezioni, gode di definiti poteri sotto il controllo di altre istituzioni indipendenti, in un quadro invariato di libertà e legalità. Le simpatie di Cavalli vanno chiaramente alla democrazia con leader, concepita come "lo sviluppo dialettico della democrazia 'moderna' dello scorso secolo", mentre la democrazia totalitaria ne rappresenterebbe la rottura e la negazione. Del tutto obsoleta e anacronistica, invece, risulta la "democrazia senza leader", incapace di risolvere le situazioni di crisi dello stato. Nelle Osservazioni finali, l'autore non manca, del resto, di esplicitare la ricetta "realistica" di fronte alla più recente delle crisi, quella dell'occidente post-11 settembre. Ed è un'adesione convinta alla "dottrina Bush", con la sua miscela di leadership forte e di "necessaria" egemonia mondiale.

Francesco Cassata

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