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I lati oscuri di Dio. Crudeltà e violenza nell'Antico Testamento - Thomas Römer - copertina
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I lati oscuri di Dio. Crudeltà e violenza nell'Antico Testamento
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Dettagli

2002
100 p., ill.
9788870164046

Voce della critica

Rielaborazione di un corso pubblico tenuto all'Università di Losanna il libro di Römer affronta il delicato problema dell'incomprensibilità per l'uomo odierno del Dio dell'Antico Testamento. È evidente sin dall'inizio che l'autore non ha inteso approfondire ad oltranza la questione né gli sarebbe stato possibile entro i limiti angusti delle poche pagine che compongono il volume; tuttavia conduce la sua indagine con serietà scientifica sempre rimanendo fruibile anche per il lettore profano. È un'opera breve e semplice ma capace di offrire in maniera profonda numerosi spunti di riflessione. Alla luce di un sapiente giostrare dei passi veterotestamentari più efficaci incomincia con il porre alcuni problemi che possono sembrare banali ma solo perché sono le domande di tutti: Dio è maschio? Dio è crudele? Dio è ingiusto? È noto infatti che in molti luoghi della Bibbia Dio appare dotato di attributi che oggi fatichiamo a comprendere. Ai dubbi suscitati dal testo biblico l'autore risponde non teologicamente ma affrontando il problema della redazione dei testi: Dio è il riflesso del popolo d'Israele il quale nei diversi frangenti storici proietta le proprie istanze nei testi biblici. In questo senso il contributo di Römer si rivela utile per mettere in luce le possibili cause storiche che hanno portato all'elaborazione di alcuni degli attributi di Dio. Per esempio i passi che più insistono sul lato guerriero del "Signore degli eserciti" vengono spiegati con una composizione risalente al periodo delle guerre persiane oppure il tanto discusso episodio del sacrificio d'Isacco viene interpretato come il prodotto di un'aspra polemica contro i sacrifici umani polemica cui aderisce il redattore di quel passo della Genesi. Certo il tentativo di risposta offerto dall'autore non soddisfa il lettore in cerca di una soluzione esistenziale ma aggira il problema svuotandolo dei suoi aspetti teologici per ricondurlo a una prospettiva laica o più semplicemente storica. Forse l'intento è quello di dirci che quei tratti che più ci sembrano lontani del Dio veterotestamentario sono quelli più dipendenti dalla storia e dunque i più effimeri; tuttavia conclude l'autore se i canoni ebraico e cristiano hanno conservato determinati testi sino ad oggi significa che si è voluto conservare un dato fondamentale condiviso dalle due fedi: Dio si crede non si spiega.
Fabrizio Vecoli

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La recensione di IBS

Come convivono il Dio spietato e vendicativo dell'Antico Testamento e il Dio compassionevole del Nuovo Una rilettura dei passi controversi alla luce delle più recenti scoperte veterotestamentarie Verso il superamento di un facile dogmatismo Il Dio dell'Antico Testamento sembra essere un soggetto alquanto controverso: annega la propria creazione con il diluvio, chiede ad Abramo il sacrificio del figlio, uccide i primogeniti egiziani la notte precedente l'Esodo ed elimina senza pietà gli israeliti dediti al culto del vitello d'oro. Nel corso dei secoli molti teologi e filosofi hanno rifiutato, in tutto o in parte, l'Antico Testamento proprio a causa di tali tratti, che non si accorderebbero con le immagini del Dio buono e compassionevole del Nuovo Testamento. Oggi possiamo credere - o continuare a credere - in un Dio macho, crudele, dispotico o addirittura artefice di "pulizie etniche"? Per Thomas Römer - che propone di rileggere i passi controversi alla luce delle recenti scoperte veterotestamentarie - i tratti divini a prima vista "barbari" presenti nell'Antico Testamento servono a mettere in guardia contro vani chiacchiericci di certa dogmaticità, introducendo immagini inconsuete di un Dio alle prese con la vita concreta degli esseri umani.

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